domenica 30 dicembre 2007

I'm black / I'm white

L'idea mi è venuta pensando a uno slogan da mettere su una maglietta, "I'm black", frase dalle implicazioni razziali, ma non solo (nelle mie intenzioni): poteva indicare uno stato d'animo, un'appartenenza a una parte oscura, una profondità da sondare, anticonformismo, ecc.
Purtroppo si tratta di una frase troppo rischiosa: cosa succede se l'indossa un bianco, cosa se l'indossa un nero? Da slogan antirazzista poteva diventare razzista e così via...
E non poteva aiutare produrre magliette con la scritta "I'm white", "I'm yellow", et similia... dalla padella alla brace. Poteva essere carina se la si indossava a caso, indipendentemente dal colore della pelle, ma anche lì, ci si esponeva troppo a interpretazioni contraddittorie e indesiderate.

Così si può pensare a una maglietta (ma anche a gadget di vario tipo) con da un lato la scritta "I'm black", dall'altro "I'm white" (ad esempio), magari nero su sfondo bianco e viceversa, poteva essere double face o una parte, ad esempio davanti, bianca, l'altra nera. Così si sottolineerebbero le proprie diverse appartenenze, ma non solo razziali (che in genere sono evidenti), ma di credo, ideali, cultura, sguardo, ecc.
Paradossalmente (io credo) la presenza di una dicotomia sullo stesso oggetto indossato/portato dovrebbe suggerire il superamento della stessa, mutando le contrapposizioni nell'unità e nell'accettazione del melting pot (che potrebbe essere il nome della marca/linea di oggetti).

Nota: A differenza del resto del sito questa parte è totalmente copyright (2007) dell'autore (potrebbe essere usata per una campagna dell'Amnesty International :P ).

Torino industriale

Idea per un poster dal titolo "Torino industriale", con raffigurata la città (i profili stilizzati dei tetti), e la Mole con il pinnacolo che si apre in due, da cui esce del fumo bianco, come una ciminiera.

Evoluzione successiva: animazione che parte da quest'immagine, con il cielo grigio, per evolversi in una con il cielo blu, un'arcobaleno, uccelli da primavera, e immagini di fantasia che escono dalla Mole (ora museo del cinema).

Cosa so

Alcuni sanno.

Altri sanno di non sapere.



Io non so nemmeno se non so.


(ma i voti sono sempre bassi)

A volte Dylan, a volte Dog

Due veloci accenni a due albi usciti con Dylan Dog, un bicchiere vuoto (Dog, che sta per "storia scritta da cani") e uno pieno (Dylan, una "signora" storia): il primo è il volume 43 di Dylan Dog Super Book, l'altro la ristampa del numero 221 della collana regolare del Nostro.

Il primo contiene, in un volume cartonato (unica nota positiva), le storie Il grande Marinelli, di Robin Wood e Luigi Piccatto, e Ho ucciso Jack lo squartatore, di Tiziano Sclavi, Montanari e Grassani.
Diciamolo, la prima storia non ha proprio senso: cioè, ha un'inizio, una fine e delle vicende con una certa coerenza, ma nessunissimo motivo d'esistere. Si parla di faciulle con superpoteri (perchè, chi sono, e in fondo che ce ne frega di loro?), salvata da una ex del nostro Dog finita paraplegica (e continuamo a chiederci, non per crudeltà ma perchè queste divagazioni nulla portano alla storia: che cosa ce ne continua a fregare?) dalle grinfie di uno zingaro crudele (ma badaben badaben, disprezzato dagli altri zingari, perchè crudele... ovvero si possono sfruttare i luoghi comuni purchè si sia buonisti), che cerca di vendicarsi con ovvia crudeltà, ed è qui che il Nostro interviene ma è qui che mi fermo, nauseato dallo spreco di carta che la storia ha generato... (ma se il Wood aveva bisogno di soldi, non glieli si potevano dare senza farci perdere tempo? Ho altri fumetti da leggere, io!!)
La seconda storia (pure Sclavi toppa), non precipitando nell'infimo come l'altra, è comunque una storia ingarbugliata senza che da questo se ne tragga godimento alcuno...
Insomma, il volume si può tralasciare senza danno, e mal ne incolga chi per puro spirito di collezionismo si decida di acquistarlo! (anche se averci speso soldi è già una punizione di per sè!)
Senza infamia e senza lode i disegni...

L'altro albo, la ristampa de Il tocco del diavolo, di Paola Barbato e Fabio Celoni, dimostra la bravura della sceneggiatrice, che mette in campo nientepocodimeno che il fallimento del bene e del male (o l'impossibilità di una concezione pienamente dicotomica e assolutista di questi due poli), nella persona dei due comprimari.
E mi sembra perfino di notare una certa ironia nel mostrare uno di questi dall'aspetto quasi sofferente e melanconico, da eroe romantico un po'... dannato, l'altro sfacciatamente pseudofricchettone, in realtà si tratta di due maschere che verranno alla fine rovesciate: il primo non esibisce il suo stato di sofferenza senza motivo, sarà dannato ma è consapevole, il secondo, pur più positivamente aggressivo e sicuro di sè, in realtà deriva questo suo atteggiamento dall'ignoranza!
E all'altezza si dimostra anche il disegnatore, con un disegno espressivo e noir, piacevolmente dinamico.

Dylan Dog Super Book n. 43 - Il grande Marinelli, di Robin Wood e Luigi Piccatto, Ho ucciso Jack lo squartatore, di Tiziano Sclavi, Montanari e Grassani, Sergio Bonelli Editore, 5,00 €.

Ristampa Dylan Dog n. 221 - Il tocco del diavolo di Paola Barbato e Fabio Celoni, Sergio Bonelli Editore, 2,70 €.

Il ragazzaccio diabolico

Non posso esimermi, esimi lettori, dal segnalare un piccolo gioiello che è l'ultimo volume di Hellboy, opera del - ormai si può dire - maestro Mike Mignola, "La strega troll e altre storie".

In questo volume sono raccolte diverse storie, sceneggiate da Mike Mignola e disegnate da tre grandi del fumetto, Mignola stesso, Richard Corben e P.Craig Russell.

Le storie sono: La Penanggalan, con un mostro tratto dal folklore malese, L'idra e il leone, curioso incontro con un'idra e un leone che hanno a che fare con un noto forzuto di origini semidivine, La strega troll, una storia perfetta nella sua sintesi, quasi struggente, Il vampiro di Praga (con i disegni ad opera di P.Craig Russell), un divertissment con un vampirello praghese, L'esperimento del Dottor Carp, un piccolo paradosso temporale, Il ghoul, creatura dalle reminescenze lovecraftiane, Makoma (disegnato in buona parte da Richard Corben), magica fiaba africana.

Le storie di Mignola sono a volte piccoli gioielli che ripescano nei meandri della storia umana, nelle leggende ormai dimenticate; a volte hanno trame solide e strutturate, altre sono semplici pretesti per mettere in scena curiosità, elementi bislacchi con cui l'uomo ha popolato i propri miti. Ed e' proprio in queste ultime che più si nota il divertimento dell'autore nel realizzarle.

La strega troll e altre storie, di Mike Mignola, Richard Corben e P.Craig Russell, ed. Magic Press, 12,50 €.

sabato 29 dicembre 2007

Meglio perdere la bussola!

Sono andato a vedere "La Bussola d'oro", film tratto dall'omonimo romanzo di Philip Pullman, che non ho letto: niente da dire, si vede che sotto ci sono altri contenuti, una posizione critica, non immediata e facilona nei confronti del fantastico.
Il film purtroppo, a dispetto delle possibilità (e forse diversamente dall'opera letteraria), dimostra di sorvolare con semplicismo sui temi pure non banali quivi accennati: il libero arbitrio, la libertà dell'uomo, l'attenzione rivolta alla società, l'autenticità del proprio essere.
Si passa sulla superficie, senza graffiare, in punta dei piedi, per non disturbare.

Eppure il divertimento non ne giova, l'avventura non decolla: si presentano via via sfide che non disperdono la noia, e che la protagonista affronta senza alcun interesse a coinvolgere lo spettatore, nessuna possibilità di diventare simpatica.

Il film inizia in un ambiente in buona parte opprimente e pericoloso, in cui la società esprime un controllo strisciante, per spostarsi nella seconda parte in territori cupi e minacciosi, in cui la protagonista si salva grazie alle alleanze e all'astuzia.
Ma al male si contrappone solo l'intelligenza cinica e affatto innocente della bambina da cui ci si aspetta, non si sa per quale motivo se non la discendenza, la salvezza del mondo.

Per concludere, anche le diverse trovate, che in un'opera fantasy vengono offerte allo spettatore per dare credibilità a un mondo fantastico, qui si affastellano una sull'altra senza piacere, più a stupire che a fornire coerenza immaginifica.

Ho trovato poi un po' imbambolata la Kidman (s'è rifatta le labbra?), legnosa Eva Green, supponente la giovane Dakota Richard.

La bussola d'oro, regia di C.Weitz, con Dakota Blue Richard, Nicole Kidman, Samuel P. Elliot, Daniel Craig, Eva Gaelle Green.

scena pseudopreistorica

Sto guardando un film d'animazione al computer in cui un grosso dinosauro carnivoro aggredisce e uccide un dinosauro, probabilmente erbivoro...
In questi film non mostrano mai il sangue che doveva scorrere, copioso!
...sarebbe bello fare una scena in cui un uomo, testimone suo malgrado della scena, magari un "Piero Angela" viaggiatore nel tempo per mostrare agli spettatori le scene cruente dell'epoca, viene investito da un'ondata di sangue!

martedì 18 dicembre 2007

Il Corriere della Sera, novello Novella 2000 della rete

Il noto giornale italiano, nella sua versione sul web (in data 17 dicembre 2007), sfodera servizi, foto e sondaggi sulla vicenda Marin-Manaudou: una profusione di informazione inferiore forse solo alla quantità di immagini a tema "calendari di pin-up seminude e molto carine".

Lungi da me una critica moralista e bacchettona, quantomeno sul lato calendari, dal punto di vista invece della qualità giornalistica non si può che constatare lo scadimento evidente del Corriere (non siamo nemmeno in periodo estivo!). I calendari sono calendari, un di più, un gadget che attira visitatori distratti e che magari leggeranno anche le notizie: le foto come foto, piccanti certo, e le notizie in quanto notizie, interessanti e attendibili.

Le foto, le informazioni inutili, il sondaggio ("Vota: chi preferisci?" Chi preferisci? Chi preferisci??? Ma a che livello di demenza siamo arrivati!!) rappresentano la capitolazione a un giornalismo da guardoni, in cui le notizie più importanti sono di plastica come i seni di molte donne di spettacolo. Come facciamo a saper che il giornalista che ci commenta una crisi internazionale non si sia distratto a seguire il caso Sarkozy-Carla Bruni? E di cosa ci parlerà, delle misure di lei, della potenza sessuale di lui?

E poi ci si stupisce che chi naviga su internet cerchi fonti d'informazione alternative. Di sicuro non ci si può stupire che le fonti alternative le si trovi, e di qualità superiore!

Adieu, Corriere, va a portare le tue notizie da un'altra parte!


Nota: Anche se traspare evidente la mia avversione per giornali come Novella 2000, (se non è chiaro) trovo che il problema non sia che ci sia un nuovo giornale on-line che ne segua le orme quanto che un giornale come il Corriere cambi tranquillamente impostazione. Ma se a loro va bene così, buona camicia a tutti...

giovedì 25 ottobre 2007

Il Governo italiano è contro la libera informazione?

Di recente il Governo Prodi ha varato un disegno di legge che può essere giudicato, a pensare male, degno del Minculpop di epoca fascista, contro la libertà di espressione, e, a pensare bene, raffazzonato, pessimamente scritto e rivolta agli interessi di una lobby contro l'interesse del vivere civile dei cittadini. Altre interpretazioni non mi vengono in mente. Mi spiace, ci provo, ma il disgusto è troppo.
Ne ha scritto perfino il TimesOnLine, con un articolo titolato "A geriatric assault on Italy's bloggers" ("Un assalto geriatrico contro i blogger italiani"). E come al solito l'Italia ha fatto una pessima figura.

Non dico altro, alcuni riferimenti li trovate su diversi siti, fatevi voi un'idea, e siate liberi di cercare altrove e farvi un'idea diversa dalla mia (la rete è libera, per adesso):


Perchè l'hanno fatto? Forse perchè la fuga dei cervelli dall'Italia andava perfezionata...

mercoledì 24 ottobre 2007

la rete diventa sempre più politica

Sono convinto che ormai i giovani (di spirito, ovviamente) che guardano internet - si potrebe dire navigano, ma in realtà guardano: perchè navigare richiama alla mente lo spostamento continuo e anche un po' dispersivo, mentre secondo me la rete oggi si guarda e si fa leggere , è come se si guardasse la televisione, solo con occhi più aperti e consapevoli, con la capacità di scegliere, decidere, rispondere agli stimoli - la guardano e la sentono come parte del proprio campo d'azione, naturale e accettato.
Internet è uno spazio, lo spazio della propria libertà, della propria azione: su internet si fanno cose, si ascolta musica, si naviga come se si uscisse la sera, a incontrare gli amici, a fare due chiacchere, bere qualcosa.

Quindi è chiaro che forze che propongono di limitare la libertà in rete è come se cercassero di limitare la nostra libertà personale, di uscire, incontrare gli amici, di fare due chiacchere, prestare o consigliare un libro, ascoltare musica alla radio, e così via.

Sia ben chiaro, ci sono entità incapaci di adeguarsi a questa nuova realtà, per non rinunciare a una posizione consolidata (magari di cartello) o per paure ataviche di perdità di autorevolezza: i loro interventi vengono percepiti come tentativi di imporre a tutti di stare chiusi in casa, di consumare solo i prodotti preconfezionati, comunicare con gli altri in un linguaggio limitato e omologato.
La volontà degli utenti, di tutti gli utenti, verso questi rappresentanti dell'ancient regime sarà sempre più votato al rifiuto tenace verso questo modo vecchio e condizionante di concepire le cose.

La risposta degli utenti sarà sempre più squisitamente politica, perchè non sarà questione di permettere che mio figlio scarichi un brano liberamente, sia pure illegalmente, di leggere più informazioni e opinioni, perchè no, fallaci ma certamente interessanti, di chattare, magari perdendo tempo, con amici lontani, la questione sarà difendere la propria libertà di esprimersi, di comunicare, di informarsi, di vivere nel contesto civile, fatto di diritti e di doveri e di pacifica convivenza, da persone libere.

martedì 23 ottobre 2007

LinuxDay 2007

Scrivo per segnalare il Linux Day 2007, evento in cui chiunque può partecipare, liberamente e gratuitamente: si tratta di un insieme di presentazioni, conferenze e lezioni adatte ai diversi livelli, dal neofita all'hacker che ragiona in binario, dedicate a Linux e al software libero.

L'evento si terrà il 27 ottobre 2007, nelle varie città italiane: per informazioni andate sul sito http://www.linuxday.it/ dove troverete anche tutti i riferimenti per la vostra città (o quella più vicina). Per Torino il sito di riferimento è http://linuxdaytorino.org/2007/ (e il blog degli organizzatori è qui).

Io purtroppo non ci potrò essere, ma faccio un augurio a tutti i partecipanti!

(e un grazie agli organizzatori, tutti volontari sempre molto disponibili)

sabato 29 settembre 2007

Ritardi e letture

Che dire, scrivere questo blog è diventato un disastro, manca il tempo, la connessione a internet (libera! cioè fuori dal lavoro) è possibile in rari momenti che mi fanno capire quanto si è dipendenti da questo mezzo.
Una dipendenza che non è quella (spero) di un addicted, in parole povere un drogato, nè quella di un pesce che vive solo nel suo elemento naturale, l'acqua, ma una dipendenza per il piacere di navigare, leggere, entrare in contatto con altri mondi, e persone, curare i propri hobby, distrarsi, trovare informazioni, studiare, ecc.

Non scevro da colpe è la situazione italiana, in cui non esiste una tutela del consumatore e il mercato delle connessioni a internet è fatto di contratti dalle clausole oscure, chiari solo a chi qui contratti li ha scritti, li propone e li impugna, in cui il mercato non propone scelte ma impone vincoli, e infine, ultimo ma non ultimo, in cui il costo è decisamente ancora e sempre eccessivo (per i servizi che vengono offerti).

Terminate le lamentele di rito, posso solo dire che in questo periodo ho letto pochi fumetti, e qualche libro in più... per i libri l'ultimo è Baraonda sugli Champs-Elysées, di Léo Malet, che vede protagonista Nestor Burma, Fazi Editore (9,5 euro). La copertina è di Jaques Tardi, che ha fumettato altri romanzi di Malet. (spero di aggiungere presto altro)

sabato 1 settembre 2007

Letture estive

Ultime letture: un libro d'evasione, Il gioco del trono di George R.R.Martin (il primo di un ciclo, qui una breve intervista all'autore), edito dalla Arnoldo Mondadori Editore (nella collana Urania Fantasy, si trova in edicola a 7,50 euro), e Arrivederci amore, ciao, di Massimo Carlotto, edito da edizioni e/o, 9,50 euro.


Il primo libro è un fantasy dalla solida struttura narrativa, delinea ottimamente un mondo e soprattutto una giostra di personaggi, con un'ambientazione fantasy in cui elementi magici/fantastici sono utilizzati con discrezione e si pone gran cura sull'intreccio che segue le oscure trame di palazzo e il racconto dei rapporti psicologici tra i diversi attori delle vicende.
La storia, che si dipana per più di 800 pagine (e non finisce qui!), avvince e prende. Se si può fare un appunto è nell'eccessiva frammentazione che si crea, accendendo i riflettori di volta in volta su personaggi sempre diversi. I "cattivi", anche se a volte sembrano cattivi da serial televisivo, si dimostrano convicenti, e chissà che non siano più realisti di tanti altri.

Qui la notizia che dal libro si produrrà una serie televisiva.


Il secondo è un romanzo che narra in prima persona le vicende criminali di quello che si potrebbe definire un grandissimo bastardo, ma forse più semplicemente uno che ha perso ogni limite morale e si comporta secondo schemi criminali di raggiungimento del successo.
In realtà riesce ad essere al contempo un gran vincente e un gran perdente, soprattutto se si esamina il suo rapporto con le donne: dominatore, eppure destinato a una insoddisfazione ineluttabile, nella sua necessità di imporre un rapporto di forza e di degrado, impossibilitato ad avere un rapporto che non sia di superiorità e predazione.
Comunque un grande esempio di flessibilità e determinazione!
Il racconto ha un ottima tensione adrenalinica, trasmessa direttamente dalla coscienza del protagonista: anche qui se si devono ravvedere dei difetti secondo me nella non chiarissima generazione del carattere del protagonista, proveniente dalla lotta armata e destinato ad approdare alla "semplice" criminalità, ovvero come si passa dall'essere degli idealisti più o meno sprovveduti, com'era qui l'antieroe del romanzo, a delle carogne senza remore, e nel finale, antimorale di una antifavola del nordest italiano, forse troppo (anti)idilliaca (bisogna dire che il protagonista resta sempre umano, anche fragile, non è il bastardo da cartoon di molto pulp di oggi).

Dal romanzo è stato tratto un film per la regia di Michele Soavi e con Alessio Boni, Isabella Ferrari e Michele Placido (che non ho visto).





Il titolo viene da una famossissima canzone di Paolo Conte e Vito Pallavicini (scomparso da poco) e cantata da Caterina Caselli, è stata di recente anche ripresa da Franco Battiato.



Mi viene in mente anche una scena di Bianca, di Nanni Moretti.

Ritorno da Berlino

Sono finite le ferie!

Sono stato a Berlino, dove non ho potuto fare a meno di passare da un negozio di fumetti che, casualmente, si trovava sulla mia strada (il Grober Unfug, di Zossener str. 32)... e ho comprato il primo volume di Walt and Skeezix (nel link si trova un preview in pdf), con strisce dal 1921 al '22, di Frank King, edito dalla Drawn and Quarterly, con prezzo di copertina 29,95 Dollari USA (e comprato alla modica cifra di 14,95 euro, spero di non avere brutte soprese). Frank King è l'autore della serie Gasoline Alley, di cui ho tanto sentito parlare ma che non ho (avevo) ancora avuto modo di leggere.

Non pago, ho pure preso un albetto che narra (a fumetti) la biografia a fumetti di Vincent Van Gogh (almeno credo, è tutto in tedesco, di cui non mastico una parola!): si chiama Vincent Van Gogh Rabenjagd, di Willi Blöß, e l'ho comprato, indovinate dove, in un museo... nei musei tedeschi si ritiene il fumetto in grado di mettere in comunicazione i visitatori con l'arte, comunque non si fa uso di un atteggiamento schifiltoso verso questo mezzo (d'altra parte ormai nei negozi annessi ai musei si vedono le peggiori porcate kitsch).
Costa 3,00 euro ed è edito da www.kuenstler-biografien.de.

Altro segno evidente di come il fumetto sia per me una mania incurabile, nel grande zoo di Berlino non fanno altro che venirmi in mente pezzi di Zoo symphony, n. 9 di Alan Ford, di Magnus & Bunker...

domenica 12 agosto 2007

Dubbio e fede

Molti di coloro che credono in un dio sostengono con forza l'importanza della fede, il sostegno alla certezza della propria Verità, rivelata o indiscutibile.
Se questo si verifica, nella visione dicotomica che si genera quando si sostiene con forza un'idea al di sopra delle altre, preferisco di gran lunga la forza del dubbio.
Quando la fede non ammette incertezze viene preparata una comoda sede per la superbia, si crea la premessa per la soppressione del non conforme, si giustifica la propria ignoranza di ciò che ci circonda.
Il dubbio può rendere più deboli, è uno strumento che si deve imparare ad usare, ma è molto più importante della fede (che non rende automaticamente migliori).

domenica 8 luglio 2007

Pulizie di estate

Nuovo stile, aria nuova.. nuovi contenuti? Naaa, chiedete troppo!
Ditemi cosa ne pensate, o voi pochi coraggiosi che leggete il mio blog!

venerdì 6 luglio 2007

Hellblazer fumetto cattivo

Sottotitolato "Una commedia della restaurazione", questo Hellblazer speciale è spiazzante: ci presenta un John Constantine vecchio ma arzillo e indomito in un Regno Unito del futuro, in cui la monarchia è al canto del cigno e i repubblicani vogliono instaurare una repubblica dura e pura contro i monarchici e gli idolatri del culto di Diana.

Poca magia, poca cattiveria cui ci aveva abituato Hellblazer, solo cospirazioni, rivolte e antagonismo un po' facile.. quasi una favoletta, di cui i lettori italiani, non molto coinvolti nelle tematiche regno/repubblica, saranno poco interessati.

A completare il quadro spiacevole, i testi illeggibili (oddio, leggibili con l'ausilio nei momenti opportuni di un po' di fantasia): tralascio di trovarne il responsabile, se il traduttore o, come ritengo molto più probabile, il tipografo con la complicità del correttore di bozze (ma esiste questa figura leggendaria? Alla Planeta DeAgostini sembra proprio di no!).
Il risultato è a dir poco vergognoso, forse è stato scritto da un ubriaco...

Carini i disegni, sanno essere bozzettistici, da cartoon, e freschi: si vede che il disegnatore Philip Bond (già visto nello stravagante Vimanarama) con l'ausilio di Warren Pleece si divertono quando lavorano..

J.Delano, Ph.Bond, W.Pleece, Hellblazer Speciale - Sangue cattivo, Planeta DeAgostini, 7,95 euro.

Appassionante 500

Non ho potuto esserci, alla presentazione del nuovo modello della Fiat, la 500, intelligentemente ripresa dalla storia italiana dell'altro secolo.
Lo show si è svolto sulle rive del Po: qualche giorno fa ero passato e avevo visto i preparativi, misteriosi e al contempo palesi, con uomini in canoa che pagaiavano sotto strutture galleggianti a forma di fiore, strutture in metallo con saldatori all'opera (e facevano parte dello show!).
Lo spettacolo, che pure in qualche punto calava nel noiosetto (almeno nella visione televisiva), aveva momenti belli, come la formazione di una grossa 500 a partire da un telaio in metallo sul quale si "avvinghiavano" persone vestite in una tuta metallizzata.



Di recente hanno rimasterizzato e portato nelle sale il mitico Lupin III - Il castello di Cagliostro, del maestro Hayao Miyazaki, in cui non può mancare la (vecchia, in questo caso) 500, guidata da Lupin III in inseguimenti spericolati! (film che ovvimente consiglio, decisamente divertente)

lunedì 2 luglio 2007

Un ascensore per Dylan Dog

A volte le storie hanno alcuni elementi costitutivi che assumono un'importanza particolare, mentre altri elementi diventano tuttosommato ininfluenti.
Cercherò di spiegarmi.
In questo Ascensore per l'inferno interessa poco al lettore la trama, ovvero come si è creata una situazione e come si andrà a risolvere, pure resta avvincente lo svolgersi della situazione, ovvero l'essere partecipi delle vicissitudini del protagonista.

La storia? In breve... Dylan Dog è preda di un'incubo.

Sclavi rimescola le carte della mitologia dylandoghiana presentandocene una summa: dalla Morte personificata, alla morte temuta e immaginata come esperienza, dall'omologazione degli uomini con la bombetta che ci circondano, a quella imposta dalle autorità, dall'invisibilità che il mondo ci impone, alla ricerca su un impossibile galeone dell'amore desiderato e che ci riconcilia con questo stesso mondo, dai meccanismi della società che ci imprigionano in un'incubo ossessivo e kafkiano, alla critica e ribellione contro una società sentita aliena e morta, e così via.

Il risultato è un patchwork di piccole narrazioni che se a tratti possono essere un poco sfilacciate tra loro, episodiche, hanno comunque una loro bella forza evocativa, affatto costruita.
In più vi sono trovate che lasciano il segno, come la paura dell'ascensore, resa benissimo dall'ossessivo ripeterne il motivo, il sopraggiungere della morte per privazione, la claustrofobia che viene resa anche con lo spazio angusto che riflette in toto, come uno specchio, le angosce del protagonista.

Sul finale si possono fare varie ipotesi... ma eviterò, anche per non rovinare la lettura. Certo, si passa dall'incubo alienante e allucinato alla certezza di un incubo cui si è destinati.

Volevo poi richiamare l'attenzione su un passaggio della storia (pure tuttosommmato breve nell'economia delle sue 93 pagine). Contiene una delle tavole secondo me più erotiche di Dylan Dog (per quanto allusive), a pag. 63, nello stesso tempo assolutamente non pornografiche: non viene mostrato un atto sessuale per il piacere di mostrarlo, a scopo dimostrativo. Lo "sguardo" si sofferma, facendoceli vivere, su gesti, attimi dell'amore, carnale eppure appassionato, di abbandono.
Normalmente l'amore viene mostrato in (quasi?) ogni storia di Dylan Dog, diventando spesso esplicativo, quasi didascalico, rendendo il lettore distaccato, permettendogli di osservare la scena da una certa distanza (facendone praticamente un guardone): qui l'inquadratura si pone a distanza ravvicinata e si sofferma sui gesti, rendendo lo spettatore partecipe non disinteressato.

C'è, come spesso accade, anche una citazione ad una canzone, Sogno numero due di Fabrizio De Andrè.


Bellissima prova del disegnatore Bruno Brindisi, direi perfetto, anzichenò! Perfetto nel disegno in sè, nel rendere espressioni e atmosfere, nel suo adeguarsi come un guanto alla storia.
Un risultato ottenuto anche grazie all'ottima colorazione ad opera dello Studio Tenderini.
(il vero orrore è scoprire che il nostro eroe ha i lacci delle scarpe rossi!)

Il prezzo dei Dylan Dog e' aumentato di 20 centesimi, un bell'incremento!

T.Sclavi, B.Brindisi, Dylan Dog n. 250, Ascensore per l'inferno, Sergio Bonelli Editore, 2,70 euro.

Il vento fa il suo giro

O anche "E l'aura fai son vir", in occitano, e infatti è girato nelle valli occitane del Piemonte. Un film bello e duro, ci presenta la realtà diffidente dei paesini di montagna, ormai spopolati, in cui la gente del posto è divisa tra l'aiutare un pastore francese che ha deciso di venire a viverci e lavorarci, portando con sè la famiglia dai Pirenei, e diffidare del "forestiero", verso cui si possono raggrumare ogni sorta di diffidenza, paura e invidia, che fanno precipitare gli eventi verso una conclusione non consolatoria.

Il film non presenta vuoti proclami, è capace di mostrare il solco che si scava tra la gente, anzi, proprio là dove i protagonisti presentano le loro vaghe tesi di tolleranza, di anelante riscoperta delle tradizioni, queste enunciazioni vengono amaramente smentite dalla realtà dei fatti.
E proprio il protagonista rifugge la valorizzazione della tolleranza, in quanto presuppone la superiorità di chi tollera verso il tollerato e nega l'uguaglianza degli uomini; e non si adegua agli sforzi di recupero delle tradizioni del suo "amico" "colto" in paese, in quanto sono solo il retaggio di una vita che non si possiede più, dimenticata e ormai solo mitizzata.

Non se la prendano i piemontesi, anche se in fondo la chiusura e la diffidenza sono propri di questa gente, la storia potrebbe essere trasposta in un condominio di una qualunque città italiana (perdendo però la ricchezza del contesto e del paesaggio montano).
Sono bravi invece i protagonisti, quasi tutti non professionisti, abitanti delle valli montane, pur con qualche ingenuità, e forse proprio per questo, rendono con sincerità le espressioni e la genuinità di un mondo.

Compaiono anche i Lou Dalfin!


..."e ogni cosa prima o poi ritorna"

Il vento fa il suo giro, di Giorgio Diritti, con Thierry Toscan, Alessandra Agosti, Dario Anghilante, Giovanni Foresti.

domenica 1 luglio 2007

Un film da non schivare..

..ma da prendere! È La schivata, vincitore del premio per la miglior regia al Torino film festival 2004, e ai premi César 2005 per miglior film, regia, sceneggiatura originale e attrice esordiente.

Uscito in dvd in allegato con l'Internazionale, ci presenta la vita dei giovani della banlieue parigina, fuori da schemi e preconcetti, condanne e mitizzazioni: è una storia viva e presente, e anche se all'inizio infastidisce un po' il gergo tradotto in modo non del tutto credibile, colpisce per come vengano rese le difficoltà di una storia d'amore, il rapporto con gli altri, il dialogare continuo, a volte anche aggressivo ma comunque autentico (in quanto tormentato?).

La schivata, di Abdell atif Kechiche, con Osman Elkharraz, Sara Forestier, Sabrina Ouazani, Nanou Benhamou, Hafet Ben-Ahmed.

Manga dalla prigione

Uscito un po' di tempo fa in Italia (si parla del 2005), è l'opera che narra il periodo passato in prigione dall'autore, condannato a tre anni per possesso illegale di armi da fuoco.
Il racconto dettagliato, quasi ossessivo, della vita nel carcere, i particolari della detenzione, le rigide e altrettanto ossessive regole del sistema penale giapponese, rendono questo fumetto una viva testimonianza dell'alienazione dell'esperienza carceraria: al lettore può dare l'effetto di assistere alla vita quotidiana rinchiusa dentro una scatola di fiammiferi.

Un'esperienza carceraria senz'altro molto diversa da quella di cui siamo abituati, soprattutto proveniente dalla cinematografia americana: comunque sono sicuro che il regime carcerario anche in Italia sia molto diverso da quello del Giappone (si percepisce una forma di doppia alienità, quindi).

Kazuichi Hanawa, In prigione, Coconino Press, 13,50 euro.

Hellboy è finito?

Ovviamente mi diverto con i titoli provocatori, quindi non ve la prendete troppo se non è affatto vero, semplicemente è la recensione all'ultima uscita che in qualche modo ha a che fare con Hellboy, in attesa che l'autore rimetta le mani sul suo personaggio più famoso.

Il tempo a mia disposizione è molto poco, probabilmente per un po' riuscirò ad aggiornare il blog solo nel fine settimana, quindi bando alle ciance e ciancio alle bande:

Continuano le vicende del Bureau of Paranormal Research and Defense, l'agenzia per cui lavorava Hellboy, vicende narrate con la supervisione e il contributo anche creativo di Mike Mignola, ma comunque portate avanti da altri sceneggiatori e disegnatori.

E pur avvalendosi del contributo di un autore non di poco conto come John Arcudi (creatore di The Mask), e del disegno di un bravo professionista come Guy Davis, dal segno personale ma che non mi spiace, non arriva al livello delle opere curate completamente da Mignola.
In questa vicenda proseguono i rospacci mostruosi a impazzare, si avvicendano le minacce di mostri di proporzioni immani dal vago sapore lovecraftiano, continuano le lotte e i tumulti dei protagonisti, l'anfibio Abe, Roger il golem, Johann l'uomo vaporizzato e Liz la pirocinesica: continuano ma senza quel misto di leggerezza e di horror (o meglio, evocazione di horror) che caratterizzano il lavoro del creatore di Hellboy, grazie a quell'ironia nei dialoghi e alla raffinatezza del segno che vi sapeva mettere.

Al momento, e non a caso, gli unici lavori altrui che hanno coinvolto il mondo di Hellboy con risultati anche ottimi sono stati - a parte le cover - quelli su Hellboy Junior, un piacevole divertissement.

M.Mignola, J.Arcudi, G.Davis, B.P.R.D. - La fiamma nera, Magic Press, 14,00 euro.

lunedì 18 giugno 2007

Siberia, di Nikolaj Maslov

Opera prima di un'autore russo, pubblicata in Francia e ora in Italia, questo romanzo a fumetti soffre di una certa immaturità espressiva, sia a livello di messa in scena (o messa in fumetto) che di sceneggiatura.
Resta comunque un lavoro interessante, perchè narra un mondo lontano (quel che era l'Unione Sovietica), nello spazio, nella cultura e nel tempo, testimonianza di un orizzonte ormai perso di vista, esperienza individuale ma anche di molti, e da noi conosciuta più attraverso le maglie della propaganda (avversa o favorevole che sia) che per esperienza reale.

Spiace per qualche piccola imprecisione nella traduzione, evidente per il fatto di essere stata tradotta in italiano dal francese, senza che il traduttore abbia alcuna conoscenza del russo.

Nikolaj Maslov, Siberia, Alet Edizioni, 15,00 euro.

Pillole blu

Bella opera dell'autore svizzero Frederick Peeters, la storia autobiografica della convivenza con una ragazza sieropositiva, con un figlio anch'esso sieropositivo, la loro vita insieme non facile ma indubbiamente positiva (e scusate il gioco di parole). Pillole blu sono le pillole che i malati di Hiv devono assumere ogni giorno per andare avanti, un sacrificio che dà un significato diverso al loro legame, ma che ne rafforza anche il legame.
Un'opera matura e che riesce ad essere anche molto lieve (forse un po' troppo circoscritta nell'esperienza dell'autore, ma è un peccato del tutto trascurabile).

(Qui e qui altre recensioni)

F.Peeters, Pillole blu, Kappa Edizioni, 15,00 euro

domenica 17 giugno 2007

Le vite degli altri

Bel film, Le vite degli altri, anche se venato da una certa dose (liberatoria) di ottimismo: non proprio ottimismo nei riguardi di tutti i personaggi, ma comunque ottimismo per i risultati delle scelte - difficili - del protagonista/agente della stasi, e del protagonista/autore teatrale (anche se non privo del suo epilogo tragico, è ottimismo per il giudizio morale che ne risulta).
Un triangolo virtuale (meritorio di maggiore analisi, i due sono in fondo le due facce di una stessa medaglia, la vita sotto il regime) tra i due e l'attrice compagna del drammaturgo e oggetto del desiderio.
Ottimismo che in altri tempi non ci saremmo potuti concedere.

Le vite degli altri, regia di F. Henckel von Donnersmarck, con M.Gedeck, U.Mühe, S.Koch, U.Tukur.

domenica 10 giugno 2007

La fenice - Il Libro del Mito, di Osamu Tezuka

Non ho tempo di scriverne, quindi faccio solo una segnalazione per questo fumetto: leggendolo si capisce perchè Tezuka Osamu era considerato il dio dei manga!
Una grande fumetto, di un mangaka eccelso!

Osamu Tezuka, La Fenice Vol. 5, Il Libro del Mito I, Hazard Edizioni, 9,00 euro.
Albo con lettura alla giapponese.

Riflessione sull'ultimo numero di Gea

Questa è una riflessione sull'ultimo numero del fumetto Gea, di Luca Enoch - perchè non lo ritengo un fumetto riuscito - divisa per punti (non va preso per oro colato!):

  • Assertività
Il fumetto di Enoch è un fumetto a tesi, quantomeno fortemente a tesi: nasce dalla volontà di esporre delle idee, anche molto sentite dall'autore. In diversi momenti il fumetto risulta in un contenitore che le accoglie e permette di esporle, eventualmente producendo una dimostrazione con le vicende disegnate, ma in questo modo inaridendolo.
Non discuto le tesi stesse (in realtà il processo prevede anche l'esposizione di un'antitesi), trovo semplicemente che si tratti di un processo deduttivo che produce un risultato non eccelso: il tono diventa dischiarativo, prolungandosi in spiegazioni a volte eccessivamente prolisse e interminabili, con il rischio che si resti sulla superficie delle cose.
Ahmad non è il comandante Kurtz di Apocalypse Now, non rappresenta il cammino dell'uomo verso il suo lato oscuro, è solamente un personaggio che segue una tesi fino alle sue estreme conseguenze, senza approfondimento psicologico. Che esistano persone di questo tipo appiattite (anche dall'uso delle droghe) non è da escludersi (è più facile che vi siano persone che credono alle tesi di Ahmad avendo solo un'esperieza televisiva della guerra), ma è la narrazione che ne paga le conseguenze.

  • Manicheismo
Una certa dose di manicheismo è sempre stato presente nei fumetti di Enoch, vi sono sempre i giusti e gli ingiusti (più che i buoni e i cattivi che si trovano nella prima Sprayliz).
Il manicheismo in questo numero di Gea è presente nella figura emblematica di Ahmad, e Ahmad viene utilizzato per contestarne la visione distorta in cui il nemico va eliminato ad ogni costo: ma l'impressione è che il confronto risulti cristallizzato, non c'è un autentico superamento con l'esperienza data da un vissuto, ma solo la sua contestazione.
Anche se mi sembra che nel tempo vi sia stata evoluzione nell'autore, e bisogna considerare Gea un'opera non ancora conclusa (avverrà nel prossimo numero), prevale sul resto la volontà di mostrare le ragioni contro, in una dialettica congelata, e nei rari casi in cui vi sono evoluzioni dei personaggi (vedi Diddly), queste prendono la forma di conferma della tesi più che il frutto di percorso psicologico profondo.

  • Giovanilismo
Che non è un difetto! I protagonisti di Gea sono giovani (in gran parte), non solo anagraficamente, ma anche nello spirito: hanno voglia di fare, se parlano parlano per certezze (è la mia tesi sulla assertività di cui ho parlato prima), si divertono e fanno errori ma non si rivolgono agli altri per indicare la via in modo paternalistico (semmai con un po' di saccenza). Vivono la nudità e il sesso senza pudori, ma nemmeno con malizia, semplicemente in modo libero. Il futuro è qualcosa di aperto.

  • Entertainment and drama
Personaggi originali e interessanti, come i "pesanti", a volte si sprecano in macchiette ripetute: l'impostazione apocalittica della serie richiede momenti di alleggerimento, ma questo provoca l'indebolimento della tensione drammatica e una mancanza di incisività della battuta. Il disastro che ha sconvolto l'umanità sembra solo una scampagnata, una nuova avventura degli eroi (Gea stessa non sembra aver patito particolarmente gli sconvolgimenti che ha subito un mondo sbagliato).

Ne risulta una semi-stroncatura... ma credo che Enoch possa fare di meglio quindi si dii da fare!
(bello il piccolo pterodattilo!)

Luca Enoch, Gea n. 17 Il tempo della mano crudele, Sergio Bonelli Editore, 3,20 euro.


A breve (il 16 giugno) poi uscirà una nuova miniserie di casa Bonelli, Dragonero, sceneggiata sempre da Enoch con Stefano Vietti e disegnato da Giuseppe Matteoni.
C'è stato un tempo in cui il fantasy era una necessità, ci sono state opere che sole hanno espresso rinnovamento, divertimento, coinvolgimento (da Guerre stellari a Tolkien fino a Conan)... altre volte il fantasy è risultato solo uno schema in cui rientrare per vendere con facilità prodotti agli appassionati (affamati) di un genere. Non sono contrario per partito preso alla logica di mercato, ma solo quando svilisce il prodotto, i fruitori o gli autori.
Credo, sia dagli autori che dall'editore, che non sia questo il caso, quindi non posso che fare alla miniserie... un augurio interessato!

venerdì 8 giugno 2007

Il mio piccolo contributo a Wikipedia

Oggi ho aggiornato la voce di Wikipedia dedicata a Sergej Donatovič Dovlatov, uno scrittore che amo molto... spero di non aver fatto danni, non ho ancora competenza con gli standard della più grande enciclopedia collaborativa (gratuita!) online!

(in fondo si tratta solo di una traduzione, con qualche integrazione)

P.S.: Questo è il mio profilo su Wikipedia.

giovedì 7 giugno 2007

Noi marziani

Appena finito di leggere Noi marziani (Martian Time-Slip), di Philip K.Dick, bel libro (e aggiungo porca miseria). Se avrò tempo cerchero di scrivere qualcosa di più in questi giorni, aggiornando la notizia... zzz

Philip K.Dick, Noi marziani, Fanucci Editore, 11.90 euro.

Informazioni non reprimibili

Volevo segnalare questa campagna di Amnesty International, Irrepressible.info, contro la censura sempre più strisciante dei governi sui contenuti in rete.

Potete partecipare con una petizione, o mettento un semplice javascript sul vostro sito, che permetterà di proporre informazioni censurate:



Nota bene: si tratta più che altro di un banner dimostrativo, in quanto lo script mostra notizie richiamate dal sito irrepressible.info: non è difficile immaginare che un regime con la capacità di bloccare i siti possa estendere il blocco anche a questo...

sabato 2 giugno 2007

Tolstoj e il vampiro

Aleksej K.Tolstoj, Il vampiro, Edizioni Studio Tesi, 11.500 (delle vecchie) Lire.

Altro libricino di un autore russo che ho letto recentemente, Aleksej Konstantinovich Tolstoj, parente alla lontana del più famoso Lev Tolstoj. Avevo già letto altre storie fantastiche russe, e mi hanno sempre affascinato (penso ad esempio al Vij di Gogol', edito da Sellerio).

La storia, pubblicata nel 1840, è basata sulla suggestione della presenza degli upyr, una versione russa del vampiro, presenza che opprime una famiglia cui appartiene una fanciulla a cui il giovane protagonista è interessato.
Il racconto si sdoppia con un flashback di vicende avvenute in Italia (sul lago di Como venivano anche prima di George Clooney), con un fantomatico contrabbandiere, Titta Cannelli, e visioni spaventevoli che segneranno i protagonisti di una spedizione in una villa infestata avvenuta per scommessa.

Il vampiro è una storia giocata nell'abiguità (ostentata) di registro tra reale e fantastico.
Molti personaggi sono presentati quasi in una logica di doppi: il protagonista e il giovane stralunato, la generalessa e la nutrice buona, ma anche il contesto russo con quello straniero, in questo caso italiano (paese nel quale Tolstoj soggiornò).
Si assiste allo stemperamento della carica fascinosa e orrorifica del vampiro, costretto qui alla sottomissione alla tradizione, alla limitatezza dell'ambito d'azione; più spaventevole e allucinata risulta l'ambientazione straniera.
Tutto sommato non è un libro che mi ha entusiasmato.

Segnalo la prefazione di Vladimir S. Solov'ev e la postfazione "I vampiri slavi di Aleksej K.Tolstoj e il fantastico russo", di Luigi Volta.
La postfazione è praticamente un microsaggio in cui viene tratteggiata una comparazione tra il fantastico russo, quello americano e quello europeo occidentale, il loro rispettivo retroterra, le loro differenze sostanziali. (Manca qualsiasi riferimento al fantastico italiano: perchè minore e assimilabile a quello europeo tout court? Mi viene in mente solo Dino Buzzati, ma si potrebbe indagare anche altri media quali il fumetto)

Essendo un libro fuori catalogo, riporto, mischiandole e riassumendole malamente, le tesi del Volta, nella certezza di traviarne le idee:
Il fantastico russo è intriso di realismo mistico, la realtà stessa partecipa il mito e il sacro; il racconto fantastico russo si esprime nei modi propri di una genuina oralità; lo spirito del fantastico russo trova origine dal senso di comunità patriarcale, vi si trova un ottimismo, il senso del concreto e un rifiuto ironico dell'astrazione, il sapore per l'allegoria e il moralismo, mentre l'amore per i luoghi e le persone ne impedisce la deriva alienante.

In un'Europa occidentale che ha conosciuto l'impoverimento della rivoluzione industriale, si sente la necessità di riempire con presenze ultraterrene i vuoti che si sono generati, un vuoto immanente a un'informazione obbligatoriamente razionale, alle esigenze del mercato; si sente il fascino per l'artificio estetico.

Negli USA si vive nella presenza di un sogno americano irraggiungibile, che trova in alcuni casi l'happy end in miti consolatori, diversamente vive di un pessimismo apocalittico; il fantastico americano nasce da un retroterra protestante; la paura si realizza tramite elementi antisociali in genere aggressivi, si prova un amore ludico per l'eccesso gratuito.

Gli upyr, a differenza dei vampiri occidentali, spinti da una forza centrifuga, bramosi di conquistare e soggiogare il mondo esterno, sono guidati da una forza centripeta, orientati a influenzare e controllare la cerchia dei propri familiari, gli appartenenti allo stesso contesto parentale o tribale.
Giustamene prego a chi è interessato di leggere la postfazione di Volta, eventualmente recuperando il volumetto da una buona biblioteca.
Ho trovato la tesi di Volta interessanti, da verificare nelle mie prossime letture di letteratura fantastica e non solo (si può fare anche un confronto tra il fantastico di Stalker e 2001 Odissea nello spazio).

Stendardi postatomici

Idea di mondo postatomico barbarico, con nascita di bande stile mad Max, baroni et similia: al posto di stendardi e stemmi con animali e creature mitologiche, cose del tipo una Ferrari, marchio Mercedes, oggetti che non si possono più riprodurre, e altri miti moderni.
Una delle tante idee sceme che mi vengono la notte, "un modo per capire, per capirsi e forse anche per capirci, quando un giorno vista l'ora è appena finito e un nuovo giorno è appena iniziato. Un giorno per amare, per sognare, per vivere. Buonanotte..."

mercoledì 30 maggio 2007

Mister No riparte da 1

Volevo solo segnalare l'uscita della ristampa della serie Mister No, edita precedentemente dalla Sergio Bonelli Editore.

La riscoperta di un divertimento semplice e onesto, la sana scazzottata così come la battuta di spirito, e l'avventura in luoghi ancor oggi esotici, genti e costumi lontani.
Per un piacere spensierato, capace di evitare gli schematismi verso altre culture e mentalità (che pure ai nostri giorni sembra una forma di inquinamento delle idee inevitabile), quando il politically correct ancora non esisteva e si raccontavano storie liberamente.

Mister No (riedizione) n. 1, Edizioni If, 4,90 euro.
Contiene i numeri 1 e 2 della serie originale (Mister No di Guido Nolitta e Gallieno Ferri, e Amazzonia, di G.Nolitta e Franco Donatelli).

Gli albi sono corredati di un discreto apparato redazionale.

Memorie di un poliziotto (dell'800)

I.Putilin, Memorie del capo della polizia di San Pietroburgo, Sellerio editore Palermo, 8,00 euro.

Di recente ho letto questo libricino piccolo, comodo da portare con sè (non economico, vista la paginazione).

Sono le memorie di Ivan Dmitrievic Putilin, capo della polizia di San Pietroburgo dal 1866 al 1889, assai noto ai suoi tempi (ogni omofonia con Putin è casuale). Il libro presenta tre tra i casi presentatisi a Putilin nella sua carriera, casi eclatanti, capaci di toccare l'interesse del pubblico ma narrati con umana curiosità, non priva di compassione e ironia.
I racconti sono Una folle vendetta, su di un efferato omicidio in un albergo, La beneficenza, caso di una truffa attuata ai danni di diverse personalità religiose, e Il terribile caso della bella omicida, cruenta e crudele strage ai danni di un'intera famiglia.

Putilin scrive con l'abilità di un cronista privo di scandalismi, capace di rendere partecipi del proprio desiderio di scoprire i colpevoli e le loro motivazioni.
Ho trovato anche interessante notare di come queste motivazioni, di un delitto o di una truffa, siano ottimi indizi per capire le differenze di mentalità di un'epoca lontana.

Qui un'altra minirecensione.
Qui se qualcuno desidera sentire l'inizio di un audiobook, in lingua originale. :)
Qui il riferimento ad un altro libro che vede Putilin in veste di protagonista, Il costume di Arlecchino del contemporaneo Leonid Juzefovic (che oltre ad una serie di libri con Putilin, ha scritto una biografia su Ungern-Sternberg, di cui parlò Hugo Pratt in Corte sconta detta arcana). eh eh

venerdì 25 maggio 2007

Lucifero o del sesso degli angeli

Sembra sciocco, iniziare a parlare dell'ultima graphic novel (dire graphic novel fa figo) di Lucifer, di Mike Carey, parlando del sesso degli angeli. È che trovo curioso vedere come i diversi disegnatori (mi sembra improbabile ma non impossibile che dipenda da indicazioni dello sceneggiatore) abbiano affrontato la rappresentazione del sesso degli angeli.

Un modo come un altro di vedere come un argomento spinoso, che tocca la pudicizia nostra (nel mondo globalizzato ha sempre meno senso parlare di elemento culturale generalizzato, quanto individuale, che deriva da un certo grado di scelta) influenzi la rappresentazione di entità idealizzate.
Nella storia disegnata da Phillip Craig Russell gli angeli sono nudi (per rappresentare l'epoca che precede il peccato?), là dove sarebbe il sesso si vede - difficile descriverlo - una sorta di "pacco" indefinito.
Oltre a una grande esibizione di ali, nelle storie disegnate da Peter Gross e Ryan Kelly gli angeli vestono delle braghette, o tuniche di diverso tipo, di gusto greco-romano..
Il tutto suonerebbe un po' ridicolo ma comunemente accettato, quindi va bene.
(Non viene invece usato l'escamotage di coprire il sesso con altri oggetti, con apparente casualità)
Sembra più interessante notare che tutti gli angeli sono di sesso chiaramente maschile (a parte Elaine, che costituisce un'eccezione), e da segnalare il caso particolare di un angelo di colore (anche in Paradiso le cose cambiano, un po' lentamente). Non so se la serie di Lucifer sia passabile di accuse di razzismo, sessismo, o almeno orientamento culturale particolare, e sinceramente è una cosa che non mi interessa, comunque c'è da dire che i riferimenti mitologici di questo volume sono principalmente di origine ebraica e scandinava (mitologie molto interessanti, anche se soggette a stereotipizzazioni), mentre un paio di divinità "non bianche" hanno un ruolo secondario, quasi da lacchè.

Cosa altro c'è da dire di questa storia? Del ciclo di Lucifer posso dire poco, avevo letto le prime storie, e spinto dal nome di P.Craig Russell ho preso l'ultimo uscito.
Mike Carey ha costruito uno spin-off dal ciclo di Sandman di Neil Gaiman, nonostante quel che dice il redattore della postfazione, quest'ultimo è rimasto insuperato: minore la capacità di Carey di miscelare miti e mitologie in un prodotto unico e vivo, di livello più basso il pathos generato, Carey si rivela assai piatto nel gestire le creazioni di Gaiman, gli Eterni.
Il fulcro della tensione è la minaccia, una minaccia esibita, che sborda verso il lettore: altre passioni non si percepiscono. Il mito si incentra su Lucifero e su personaggi che affermano il proprio potere (fa eccezione Lilith). I (pochi) umani sono osservati asetticamente, a una certa distanza, e rimane il dubbio se siano attori delle storie che vivono o costrutti emblematici.
Una curiosità che mi resta, è capire in quale misura Lucifero, pur essendo un personaggio con una propria dinamica e proprie motivazioni, sia la voce dell'autore.

Alla fine, dopo tanta critica impietosa, devo dire che sono decisamente validi i due racconti iniziali: Lilith e Terreno neutrale, il primo per i disegni vezzosi di Craig Russell, di gusto liberty ispirato al classico, e per la capacità di narrare i contrasti interiori e i conflitti esteriorizzati, il secondo per l'idea che lo ispira, condotta intelligentemente.

Per quel che riguarda i disegnatori, Craig Russell non si smentisce nella sua bravura, mentre gli altri si rivelano appena passabili. Completano il volume le cover di alcuni autori, tra cui Michael Kaluta.


M.Carey, P.Gross, R.Kelly, P.Craig Russell e T.Naifeh, Lucifer Vol. 8 - Il lupo sotto l'albero, ed. Planeta DeAgostini, 11,95 euro.
Il volume raccoglie i numeri 45 e dal 50 al 54 della serie.

Un piacevole elisir

Tran tran, tran tran, tran tran.
In guerra ed in amore
l'assedio annoia e stanca.

Sono andato a vedere Elisir d'amore, di Donizzetti, libretto di Felice Romani, al Teatro Regio di Torino. Molto bello bravi gli interpreti regia e scenografia.
Chiedi all'aura lusinghiera
perché vola senza posa
or sul giglio, or sulla rosa,
or sul prato, or sul ruscel:
ti dirà che è in lei natura
l'esser mobile e infedel.

L'opera è oltrettutto divertente e leggera, si discosta il tema Una furtiva lacrima, di grande intensità drammatica.
Una furtiva lagrima
negli occhi suoi spuntò...
quelle festose giovani
invidiar sembrò...
Che più cercando io vo?
M'ama, lo vedo.

mercoledì 16 maggio 2007

Riporto da iaf le segnalazioni la notizia del matrimonio del maestro Alan Moore e Melinda Perry Gebbie (sul blog di Neil Gaiman le foto).
Auguri!


(certo che 'sti fumettisti sono proprio strani)

la ragazza perfetta

Ho un problema con le ragazze (leggasi donne, fanciulle, femmine, etc.), un problema con la ragazza che mi può piacere:

  1. la ragazza deve essere perfetta, o meglio, avere qualcosa di eccezionale, deve per forza spiccare sulle altre,
  2. essendo eccezionale, per forza non mi caga,
  3. se mi caga, nonostante tutto deve per forza essersi sbagliata,
  4. se non si è sbagliata (e non è scema) allora per forza mi devo sentire inadeguato, non avere speranze o al limite se non se ne accorge adesso (che sono un pirla) se ne accorgerà domani (non domani in futuro, ma domani, proprio domani),
  5. in più, dovendo per forza esser eccezionale, se non lo è o se ha anche un qualche difetto, se ho deciso che deve essere lei, allora non c'è niente da fare, i difetti (anche gravi) vengono dimenticati, o non li noto affatto, e prima o poi succede un disastro.

Ho un problema.
Un attimo, ricominciamo da capo, ci deve essere per forza un modo per uscirne:

la ragazza deve essere perfetta...

lunedì 14 maggio 2007

Fiere e mostre a Torino

Alla Fiera del libro (che sembra aver avuto un grande successo), con annessa Torinocomics (che sembra averne avuto di meno), alla fine non ci sono stato. Ci sono state varie polemiche ma, appunto, non posso parlarne. La rabbia potrebbe essere tanta. Lasciamo perdere, mi sono salvato.
(speriamo in un'inversione di tendenza l'anno prossimo)

Forse era meglio andare a Cuneo alla Festa degli alpini.

In compenso in questi giorni sono stato a due mostre, I macchiaioli a Palazzo Bricherasio e Tabusso alla Promotrice di Belle Arti. Belle e valide tutt'e due.
E mi sono fatto un giro al Valentino, tiè (qua qualche foto - non mia).

E chi vuole dare un'occhiata, ecco la mappa.

sabato 12 maggio 2007

Le migliori "noccioline"

Peanuts è l'antenato dei Simpsons e di South Park.

Peanuts è un fumetto in cui il male ha posto, si manifesta, trova spazio nei dubbi, nelle riflessioni, nei motti di spirito e nelle battute, nelle fantasie fuori norma del bracchetto Snoopy, in fuga dal mondo, negli angosciati ma anche comuni tormenti di Charlie Brown, che trovano nella mediocrità un lenitivo, nella superiore saggezza di Linus, comunque sottoposto alle prepotenze di Lucy.
E nelle strisce di Charles Schulz il male viene esorcizzato, quotidianamente.

I "bambini saggi", che non sono altro che "noccioline" (americane), parlano dritto a ciascuno di noi, si sottopongono al nostro occhio senza filtri, nella loro fallacia, ed è per questa capacità di parlarci così come sono che hanno avuto un successo mondiale.

Questo progetto editoriale è stato realizzato dalla casa editrice Fantagraphics (famosa anche per la rivista di critica Comics Journal), ed è un progetto di tutto rispetto: pubblicare la raccolta completa delle strisce di Schulz dei Peanuts, dalle origini fino alla fine. Curata dall'editore Gary Groth e nel design (impeccabile) da Seth. In Italia viene pubblicata dalla Panini (casa editrice che ha i mezzi e la serietà di portare a termine la pubblicazione, aspetto non sempre scontato).
Questo volume raccoglie le strisce giornaliere e domenicali, in bianco e nero, dal 1959 al 1960, e contiene un'intervista a Whoopi Goldberg.


Charles Schulz, The Complete Peanuts Vol. 5 (1959-1960), ed. Panini Comics, 25,00 euro.

Delega

Sempre più volte mi scopro di godere della vita - e vivere - per delega: con i libri, i fumetti, i film.

Perfino la fantasia è delega. La fantasia? No, la fantasia è m i a.