lunedì 26 maggio 2008

Ipotesi narrativa: fantasy su Prometeo

Altra idea che ha (ingannevolmente) a che fare col fantasy: un mondo/luogo in cui esistono delle forze superiori divine (o pseudo-divine) che regolano con le loro leggi il nostro mondo.
Sono forze fortemente polarizzate, orientate sulla dicotomia caos-ordine: il caos si manifesta nel nostro mondo con anarchia, pirateria, saccheggi, omicidi impuniti, ma anche libertà, caduta di vecchi ordini e abitudini costrittive, rinascite delle forze primordiali.
Dall'altra parte l'ordine, che prende il volto della pace, prevedibilità, legalità, responsabilità e consapevolezza, ma anche dittature, burocrazia, vincoli innaturali.

Sotto il cielo in cui vivono e operano queste forze potentissime e innavicinabili, l'uomo: diviso in schieramenti, ora per una ora per l'altra parte, genti divise, vivono strette alle loro fedi/ideologie come per giustificare la propria esistenza e la propria caducità, lottano accecati, consapevoli solo di avere bisogno di un'ideologia superiore ed indiscutibile.

Da questo mondo spunta un uomo, l'eroe (ma esiste l'eroe?), che capisce che non esiste una corrispondenza tra esseri superiori, le loro impostazioni, e i bisogni dell'uomo, e l'uomo deve trovare una sua via.

Ovviamente l'eroe alla fine muore... ;P

(questo è un fantasy come lo può essere il Don Chisciotte)

sabato 3 maggio 2008

Ipotesi narrativa: fantasy senza fantasy

Mi piacerebbe scrivere una storia fantasy, in cui si ribalta in un certo senso il paradigma del fantasy: un uomo o essere proveniente da un mondo fantasy, in cui esiste la magia, entra nel nostro mondo, in cui la magia non ha spazio, e qui scopre l'assenza di magia.

Nel suo mondo ogni aspetto della vita si manifesta con una sua "forza", ad es. l'amore si esprime con un'atmosfera di piacere e rilassatezza, l'odio con energie distruttrici: quando questo essere arriva nel nostro mondo in un primo momento lo trova squallido, triste, un mondo per cui sente che le persone non riescono a vivere pienamente i sentimenti, la vita; successivamente capisce che gli umani hanno la possibilità, certo di non comprendersi e di perdere molti aspetti importanti semplicemente perche' non li percepisce o è presa da sé stessa, pero' anche di apprezzare le sfumature e le ambiguità date dal linguaggio, il "silenzio" (comunicativo), l'assenza dell'espressione di sé stessi, che come il silenzio acustico ha i suoi lati positivi.

(eventualmente) Anche di rendersi conto che sia il potere di esprimere magicamente il proprio stato d'animo degli esseri, proprio delle creature del suo mondo, sia la difficolta' di percepire i sentimenti degli altri nel mondo "reale", il nostro, possono portare a una incapacita' comunicativa, in entrambi i mondi.