lunedì 30 aprile 2007

La caccia del Lupo solitario volge al termine..

Volge al termine la storia di Lupo Solitario e il suo Cucciolo, ovvero Ogami Itto e il figliolo Daigoro, ronin errante in cammino per ottenere la sua vendetta contro la potentissima famiglia degli Yagyu, guidata dall'anziana "tigre" Retsudo.
Ex samurai, boia dello shogun, una volta molto temuto e rispettato, a seguito di un complotto degli Yagyu Ogami Itto ha dovuto intraprendere la via del ronin.

Il peregrinare del Lupo Solitario da tempo ha abbandonato la forma di racconto per episodi indipendenti, all'apparenza privi di una direzione narrativa, incentrati su "semplici" omicidi su commissione, per abbracciare il tema della vendetta contro gli Yagyu. Questo senza mai dimenticare di raccontare piccole realtà, vicende di uomini e donne dell'epoca Edo, di vario censo e origine, da semplici samurai a più potenti feudatari, da ufficiali dell'apparato burocratico dello shogun a comuni contadini e pescatori.

Un'affresco dell'epoca che non disdegna il gusto popolare per vendette, passioni, complotti, lotte per il potere e la sopravvivenza.

Ogami Itto che dice di vivere con il figlio nel Meifumado, l'inferno buddista, non teme quindi nè morte nè dolore nè possibilità di sconfitta, rappresenta la determinazione estrema, il valore di sè al di sopra delle avversità, e forse anche una forma di riscatto (a tinte forti) per il lettore.

Di quest'opera ricordo una famosa (per l'epoca, fra i ragazzini come me) trasposizione in una serie televisiva.
Aggiungo poi che nell'edizione USA le copertine sono di fumettari famosi, come Frank Miller e Bill Sienkiewicz, le stesse poi utilizzate nell'edizione italiana.

Lone Wolf & Cub n. 23, di Kazuo Koike e Goseki Kojima, ed. Panini (Planet manga), 5,00 euro.

Il buon pastore, by Robert De Niro

The Good Shepherd, di Robert De Niro, con Matt Damon, John Turturro, Angelina Jolie, Alec Baldwin, Robert De Niro, Joe Pesci.

Film visto di recente, la storia di un agente segreto accompagna la storia della CIA, dalle origini, la nascita dall'OSS, il servizio segreto militare ai tempi della Seconda Guerra mondiale, agli eventi della Baia dei Porci.

Un film non movimentato, lungo, con un cast veramente notevole, incentra lo sguardo sulle attività del protagonista, il dramma psicologico, il suo lento adeguarsi alla camicia di forza rappresentata dal suo lavoro, mentre vengono evitati i colpi di scena, l'azione o la suspance.
Chi si aspetta una vera storia della CIA ne resterà deluso, ovviamente non vi sono rivelazioni, nemmeno una panoramica esauriente sulle sue diverse attività nella Storia.

Il potere richiede il suo scotto da pagare, in questo caso la vita privata: la vita privata dell'agente Edward Wilson è sacrificata totalmente, amori, famiglia, affetto figliale. Tutto è sacrificabile, tutto viene sacrificato.
Il potere riduce qualsiasi possibilità di realizzazione di sè, se non attraverso il perseguimento del potere stesso, con le motivazioni patriottiche che diventano mano a mano più confuse, l'obbedienza forse un alibi che rende Wilson simile a un comune impiegato che fa il suo lavoro.
(In questo film De Niro sembra non aver mai sentito la frase "il potere logora.. chi non ce l'ha"!)

Una nota fra le altre: mi sembra poco credibile almeno per l'epoca (e quindi prevedibile la trama), che al figlio di un membro dell'elite wasp come Wilson, oltretutto confratello della Skull and Bones, si potesse permettere di sposarsi con una donna di colore.. forse questo di per sè era una cattiveria voluta del nemico?

Un film che non convince completamente.
Battuta da ricordare: quella nel dialogo con Joe Pesci, in cui si dice (pressapoco, vado a memoria) che se gli italiani hanno la famiglia, gli ebrei la tradizione, gli irlandesi la loro patria, i wasp hanno solo l'America, e gli altri non sono niente, sono solo di passaggio.

domenica 22 aprile 2007

In libreria è un Re in incognito

Nascosto fra le molteplici proposte Re in incognito (Kings in disguise in originale), questo fumetto meriterebbe un maggiore risalto: si tratta di un'opera drammatica, ma decisamente importante.
Vincitore del premio Eisner del 1989, uno dei più ambiti in campo fumettistico, già edito in Italia dalla Granata Press, è stato da poco riproposto dalla Saldapress, per la cifra non indifferente ma sicuramente meritata di 26 euro.

Re in incognito narra la storia di Fred Bloch ai tempi della Grande depressione, un ragazzo che dalla sua incoscienza adolescenziale, che gli fa vendere per 5 cents le bottiglie vuote del padre alcolizzato per correre a vedere un film d'evasione al cinema, è costretto mano a mano a crescere ed entrare in contatto con la realtà.
Orfano di madre, in seguito alla fuga di suo padre e all'incarcerazione del fratello maggiore, Fred è costretto a lasciare la casa e unirsi agli hobo, la grande massa di diseredati che vaga per la grande America in cerca di lavoro o anche solo di sopravvivere.


Una realtà cruda e disperata, raccontata con una profonda sensibilità priva di patetismi da James Vance, già autore dell'opera teatrale On the Ropes, di cui Re in incognito rappresenta una sorta di prequel (a cui tra l'altro gli autori stanno lavorando per la versione a fumetti).
Egregio lavoro anche del disegnatore Dan Burr, che pur presentando qualche ingenuità di resa fumettistica nelle scene meno statiche, rende bene l'immagine di un'epoca, di ambientazioni ed espressioni.

Come dice qui Alessio Danesi:
"Le prime pagine mi fulminarono.
Guardai i miei genitori con occhi diversi. Il mio mondo era già cambiato qualche anno prima, e io non l'avevo presa troppo bene, ma quello che raccontavano Vance & Burr era un'altra storia.
I due autori demolivano sistematicamente tutto quello che poteva e DOVEVA essere l'adolescenza. Era l'annullamento di ogni genere di sicurezza: dalla casa, alla famiglia, all'amicizia, fino alla propria identità."
Sul sito della Saldapress vi sono varie pagine che riguardano quest'opera: qui trovate il link all'anteprima di ben 22 pagine, un'ottima (e unica) occasione per farsi un'idea, scaricabile in formato pdf, oltre alla prefazione di Alan Moore e dello sceneggiatore James Vance; i commenti tra gli altri di Art Spiegelman e di Luigi Bernardi; un'altra presentazione dell'editore.

Re in incognito, di J.Vance e D.Burr, ed. Saldapress, 26,00 euro.

lunedì 16 aprile 2007

Alvar Mayor, l'ultimo Ulisse

Alvar Mayor vol. 4, Il tesoro di Yatzil Itza, di C.Trillo e E.Breccia, ed. Andamar, 12,00 euro.

La casa editrice Andamar ha pubblicato il terzo volume di Alvar Mayor, dopo La leggenda di Eldorado, La città d'oro della Patagonia e Il vento della disgrazia, mentre è prevista la prossima uscita del quinto volume, Le tre morti di Alvar Mayor.

In forma di racconti brevi ambientati all'epoca della conquista spagnola del continente sudamericano, vengono presentati episodi in genere indipendenti tra loro, anche se un filo narrativo li collega sequenzialmente, e i compagni di viaggio si incontrano e a volte si perdono tra un episodio e un altro.

Alvar Mayor rappresenta a fumetti l'epopea umana, la ricerca dell'impossibile che si trasforma in un vagare in preda agli eventi, in attesa che il prossimo incontro dia un nuovo pretesto per l'avventura: storie oniriche e racconti grotteschi, desiderio di giustizia e miserie umane, tutto questo attraversando il continente sudamericano abitato da antichi indigeni e preda dei conquistadores. Uomini che vivono secondo logiche diverse, mitiche i primi, spesso miserabili gli altri.
La visione in questo senso è un po' schematica ma la forza satirica dell'opera di Carlos Trillo ed Enrique Breccia non scade nel manicheismo.

La follia umana si manifesta in veste di pazzi alla ricerca di oro perduto o fonti dell'eterna giovinezza, o di meno ambiziose, ma altrettanto folli agli occhi di Trillo, ricerche di amori, vendette e riscatti, che solo raramente trovano una loro realizzazione.
Il vagare senza meta di Alvar Mayor è forse la sua unica salvezza, il solo modo che inconsciamente ha di essere immortale e non arrendersi.

Altre recensioni si trovano qui, qui, qui e qui.

Evoluzione dei supereroi nei comics

Segnalo qui un articolo apparso sul numero 1/2007 della rivista semi-monografica di geopolitica Limes: l'articolo è "Il fumetto Usa: i supereroi della superpotenza" scritto da Sebastiano Contrari.
L'articolo fa un excursus sulla evoluzione della figura del supereroe nei comics americani, praticamente la loro rappresentatività rispetto ai fenomeni culturali e politici della loro epoca: dalla Seconda Guerra Mondiale alla Guerra Fredda, passando per il Vietnam e lo scandalo del Watergate, fino all'11 settembre e il cosiddetto "scontro di civiltà". In particolare si parla della serie degli Ultimates della Marvel, sceneggiata nelle serie iniziali da Mark Millar.
L'articolo contiene molti dettagli interessanti, che non conoscevo non seguendo più tanto il genere.

Infine viene segnalata anche la nascita di supereroi al di fuori dell'area culturale "occidentale", ovvero di supereroi islamici.

domenica 15 aprile 2007

I fumetti Bonelli all'estero...

Su iaf (il newsgroup it.arti.fumetti) è sorta una discussione sul peso della produzione della Bonelli all'estero.. una discussione interessante, purtroppo viziata (almeno per quel che mi riguarda) dalla difficoltà di conoscere non solo i dati di vendita/diffusione dei fumetti autoctoni sia all'estero che in Italia, ma anche della scarsa conoscenza dei dati granulari del cosiddetto fruitore di fumetti: età, interessi, motivazioni nella lettura, evoluzione del mercato nel tempo... e così via.

Insomma, si dimostra il limite della capacità di discussione di certi temi: in realtà non vi sono tanti strumenti critici, riviste, studi di settore, o almeno non ne conosco... sarò grato :) a chi vorrà segnalermele!

(come riviste esistono comunque la storica Fumo di China e Scuola di fumetto, e negli USA il Comic Journal, poi segnalo altre realtà, come il Centro Fumetto Andrea Pazienza, e l'Anonima Fumetti)


la stanchezza mi costringere a non indagare oltre!

mercoledì 11 aprile 2007

Un dottore di nome Kirihito

Kirihito n. 4 (di 4), di Osamu Tezuka, Hazard Edizioni, 10,00 euro.
(l'albo si legge nel senso di lettura giapponese, da destra a sinistra)

Volge al termine la lunga odissea umana di Kirihito, narrata dal "dio dei manga" Osamu Tezuka.
È la storia di un giovane medico inviato dalla facoltà di medicina a indagare su una malattia che colpisce la popolazione di una regione isolata, malattia che viene chiamata "morbo di monmo", che deforma viso e arti delle persone facendoli somigliare a cani e portandoli poi alla morte.

In realtà la missione si rivela presto una trappola, e Kirihito viene colpito dallo stesso morbo che si apprestava a studiare: è costretto a peregrinare a lungo per il mondo, a scappare, venire imprigionato e sfruttato. Allo stesso tempo, in patria si seguono le vicende di altre persone vicine a Kirihito: il dottor Tatsugaura, "barone" universitario in corsa per la presidenza dell'ordine dei medici, causa delle sventure di Kirihito; Urabe, dottore amico di Kirihito, complice ma poi in preda a sensi di colpa per la sorte del collega; Izumi, la fidanzata di Kirihito e vittima indiretta; Helen, altra vittima del morbo di monmo.

La storia a tratti tocca punte di grottesco orrore, ma riesce sempre a suscitare il pathos verso i tormentati protagonisti. Ed è allo stesso tempo un manga che svela le bassezze umane, la corruzione della società, l'odio provocato da paure e superstizioni verso i diversi, ostracismo che trova le sue radici nell'omologazione e nel timore reverenziale verso il potere, e la tormentatissima strada dell'uomo per una scelta autonoma delle proprie azioni e del proprio destino.

Un drammone, intenso ma bello!

martedì 10 aprile 2007

Passaggi d'età

Sono tante le storie (romanzi, fumetti, film) di formazione, ovvero che ci descrivono il delicato passaggio da gioventù a età adulta, passando per quel terreno accidentato che è l'adolescenza...

Molte meno quelle che ci descrivono altri passaggi, quello dall'età adulta a quella matura, e dall'età matura a quella anziana.
Mi vengono in mente solo L'ultimo bacio di Gabriele Muccino nel primo caso, e nel secondo forse qualcosa di Woody Allen (Hanna e le sue sorelle?), forse qualcosa di Ingmar Bergman (Il posto delle fragole?), ma comunque in modo incidentale, non come tema principale, credo.

Questo per quel che riguarda i film, per i libri ho molte più lacune, mentre per quel che riguarda i fumetti credo che ci sia davvero ben poco, o niente. (E per la musica?)
In ogni caso credo che si parli più della condizione nell'età matura e anziana, non tanto di quel che succede nel vivere il passaggio d'età, di come lo si viva e della consapevolezza che si ha.

L'adolescenza è un periodo fondamentale che determina molto di quel che saremo, ma non è l'unico. Dopo l'adolescenza ci si aspetta di essere più preparati e meno soggetti al cambiamento, ma è davvero così?



(quello che ho scritto in realtà mi espone a critiche, non ricordo molto di questi film che mi riprometto di vedere presto, e chissà quante sono le opere che non ho letto/visto, ma sarei contento di ricevere suggerimenti e correzioni)

lunedì 9 aprile 2007

Ci ha lasciato Johnny Hart, papà di BC

Johnny Hart è morto due giorni fa, sul tavolo da disegno. Creatore di B.C. e di Wizard of Id, (con Brant Parker).

Online si possono trovare le vignette di B.C. e di Wizard of Id.
La notiza si può trovare sul sito de La Stampa, del Corriere della sera e di Repubblica.

domenica 8 aprile 2007

La tv che vale

Ovvero narcisisticamente i programmi che guardo io!
  • Programmi che aprono gli occhi al mondo (suona un po' pomposo, vero?):
Passepartout, condotto da Philippe Daverio (sul sito si tovano i filmati delle puntate precedenti), ci parla di arte in modo colto e intelligente, con un tocco di ironia (arte in senso ampio: architettura, design, pittura, scultura...). Domenica alle 13,20 su RaiTre.

Report, condotto da Milena Gabanelli, una dei pochi esempi di giornalismo d'inchiesta seri, in Italia. Credevo fosse noioso e invece... Domenica su RaiTre, alle 21,00.

Blue Notte condotto da Carlo Lucarelli, che parla di gialli e misteri d'Italia con piglio avvincente ("non lo sapeva, ma in quel momento era già morto!"). Il martedì alle 23,45, su RaiTre.

Mediterraneo, su RaiTre il sabato alle 13,20: servizi sui paesi che si affacciano sul Mare Nostrum, uno sguardo con un baricentro diverso a paesi a noi vicini.
  • Cinema:
In genere sono un gran consumatore di film, ma qui è difficile indicare serie o orari. A volte su Fuori Orario su RaiTre si trovano dei film davvero rari, a orari decisamente "fuori".

  • Intrattenimento:
Format satirici e di intrattenimento: in questo periodo c'è poco, forse solo Parla con me con Serena Dandini e Paolo Vergassola su RaiTre, Markette su La7 condotto da Piero Chiambretti, Mai dire martedì con la Gialappa su Italia 1, qualcosa di Che tempo che fa condotto da Fabio Fazio con Luciana Litizzetto e Paolo Rossi sempre su RaiTre, Le Iene su Italia 1. Se c'è altro me lo sto perdendo: accetto consigli, programmi divertenti e rilassanti sono sempre un piccolo tesoro (non troppo scemi).

Poi come trasmissione di sole interviste mi capita di guardare Le invasioni barbariche di Daria Bignardi, su La7.

Serie televisive: disdegno il genere, ma mi rilassa decisamente vedere Scrubs su MTV. Mi è piaciuto Dottor House su Italia 1.

Purtroppo non riesco a seguire I Simpsons, su Italia 1, uno dei pochissimi cartoni animati anche per adulti...

Sport: pochissimo, per me guardare lo sport è un'attività prevalentemente sociale, di solito da solo dopo un po' mi addormento, preferisco praticarlo... comunque ho apprezzato di recente il rugby su La7. In genere le poche volte che le fanno vedere in tivvù, mi piacciono le discipline artistiche, come il pattinaggio sul ghiaccio o cose strane come gli anelli (quando c'era Juri Keki).
Dal vivo ho trovato molto divertente l'hockey su ghiaccio (visto alle Olimpiadi Invernali a Torino). Il calcio? Quasi solo la nazionale..
  • Informazione (o disinformazione!):
Telegiornali: un po' tutti quelli che capitano, ma quelli che ritengo più professionali sono quello de La7 e il Tg2 (il Tg5 lo guardavo quando c'era Enrico Mentana), oltre ai Tg Regionali su RaiTre. Mal che vada si guarda RaiNews24.
Altre rubriche d'informazione: a volte Otto e mezzo, ma almeno metà delle volte Giuliano Ferrara prende una piega insopportabile e diventa inguardabile.
Una volta ogni tanto consiglio di prendersi una settimana di astensione da qualsiasi fonte d'informazione sul mondo (a proprio rischio e pericolo!), per disintossicarsi e riguadagnarsi una prospettiva normale..
Per l'informazione scientifica Tg Leonardo, e poi quello che capita, dipende dagli argomenti: ad es. Passaggio a Nord-Ovest.

sabato 7 aprile 2007

Non è con occhi di gelo che leggo Dampyr...

...ma con gran piacere! Il numero appena uscito è ottimamente sceneggiato e disegnato, e si può anche ringraziare l'affiatamento degli autori dell'albo.

La storia è ambientata nei pressi di un aeroporto canadese, con Dampyr che torna dalla sua avventura precedente, a cui si è aggregato Kurjak. Poco posso dire della storia, senza svelarne i particolari, dico solo che una bufera in arrivo costringerà i nostri eroi a fare una pausa in tale località amena.

La sceneggiatura di Diego Cajelli è molto cinematografica, con una caratterizzazione particolareggiata dei personaggi, si dà spazio alla loro umanità senza permettere che rubino la scena agli altri, i dialoghi sono ben curati, gli equilibri nella trama calibrati.
È difficile essere innovativi in una storia d'orrore, ma si segue con piacere lo svolgersi del racconto, ed è quello che conta davvero.

I disegni e le chine di Fabio Bartolini rendono un grande servigio alla storia: nell'ambientazione, ora all'esterno nella bufera ora nell'ambiente circoscritto dell'aeroporto, nel dare la giusta attenzione al personaggio, alle sue espressioni e gestualità, nelle inquadrature e nella resa della luce, tra chiaroscuri, tratteggio e retini. Tutto senza strafare e con gran misura.

Non credo di esagerare dicendo che sarebbe un ottimo esempio da portare ad una scuola di fumetto!

Dampyr n. 85 - Occhi di gelo, di D.Cajelli e F.Bartolini, Sergio Bonelli Editore, 2,50 euro.


Il titolo del numero del prossimo mese (La casa sull'orlo del mondo) ricorda quello del racconto "La casa sull'abisso" (The House on the Borderland), del già citato William Hope Hodgson. Sarà un caso?

venerdì 6 aprile 2007

Le quindici vignette più involontariamente divertenti dei comics

Su iaf, ovvero lo newsgroup it.arti.fumetti ho trovato questo thread di Hytok, che riporta a questo articolo: "Top 15 Unintentionally Funny Comic Book Panels", ovvero "Le quindici vignette più involontariamente divertenti dei comics"... decisamente divertenti, e assolutamente (spero!) involontari!

mercoledì 4 aprile 2007

Hellboy si aggira per strani luoghi

Hellboy - Strani luoghi, di M.Mignola, ed. Magic Press, 13,00 euro.

Mike Mignola è un maestro che sa miscelare - con un'alchimia che solo lui conosce - chiaroscuri raffinati allo stesso tempo di facile lettura, citazioni dal folklore di tutto il mondo, maestri del terrore e creature della letteratura popolare, atmosfere evocative e sane scazzottate.
In parte ti squarcia un velo sui mostri e orrori che si celano sotto la superficie del mondo che viviamo, per poi liberarci facendoli prendere a sganassoni da quel grosso adolescentone americano che in fondo è Hellboy.

In questa storia, dedicata non a caso a Hans Christian Andersen e William Hope Hodgson, Hellboy ha a che fare con Streghe dell'Acquitrino, stregoni africani, l'inquisizione spagnola, tutto il pantheon di fantasia celtica (grugach in primis), Hecate, aztechi, il lovecraftiano Ogdru Jahad, H.P.Blavatsky, e chi più ne ha più ne metta!
Possiamo quindi perdonare Mignola se non è riuscito a inserire gli uomini-fungo!

Se vogliamo avanzare una critica, si potrebbe dire che Mignola non riesce a spingere l'accelleratore sulla tensione, l'orrore e l'inquietudine, ma in fondo.. non sarebbe Hellboy!
Hellboy è anche ironia e evasione (che secondo me trovano l'apice nelle storie del "piccolo" Hellboy), e in fondo se si vuole qualcosa di più inquietante, si può leggere le storie di Lovercraft, di Alberto Breccia, e le trasposizioni di Poe a fumetti di Dino Battaglia.

(e scusate se con la strega dell'acquitrino mi è venuto in mente la strega del mare del mitico Popeye di Segar)

Parliamo di cose serie: meglio lo scoiattolo scorreggione o i piedi fetenti?

Sono tempi duri, quelli che viviamo: guerre che sembrano lontane (Afghanistan, Iraq) e terrorismo vicino (Brigate Rosse), difesa della famiglia (CEI) e orgoglio gaio (omossessuali), rapimenti di bande locali e prigionieri di governi (Teheran), aziende in preda a interessi di vario tipo (Telecom Italia) e politica scandalizzata (paparazzi).

Dopo questo quadro fosco (che ho disegnato in realtà solo per salire nel ranking di Goooogle), volevo parlare di una faccenda seria, che mi stava a cuore: le recenti pubblicità di una gomma da masticare, che provoca flatulenze rinfrescanti a scoiattoli salvaboschi, e quella dei problemi di effluvi odorosi che una coppia di giovani spandono dalle loro "pedule" non traspiranti.

Anche se di recente la Litizzetto se l'è presa con lo scoiattolo salvaboschi (e congelarospi), io l'ho trovata divertente, rispettosa della natura nelle sue espressioni più vere (e liberatorie), in armonia con l'essenza dell'animo animale con cui l'autore ha saputo evidentemente mettersi in contatto.
Diversamente la coppia di giovani asociali e amorali, che in pubblico si liberano dei loro calzari, provocando malori e incidenti, e mandando a monte, loro sì, ogni possibilità di intese d'amore e unioni (solo a scopo matrimonio).

Solo lo scoiattolo è in grado altruisticamente di salvare la comunità in difficoltà, mentre i giovini, togliendosi le fetuse scarpe di nascosto, in un impulso d'egoismo, mettono a repentaglio la salute pubblica.

La pubblicità dello scoiattolo evoca freschezza e libertà, quella dei giovani incolti puzza, malcostume e costrizione.

Lo scoiattolo è grezzo ma allegro, i ragazzi sono volgari, volgari, volgari.
Insomma, viva lo scoiattolo sporcaccione!

lunedì 2 aprile 2007

Protoblog, ovvero il mio vecchio sito

Ho ritrovato il link al sito che avevo tempo fa, dal 1996 al '99, quando ancora i blog ancora non esistevano!
Che dire, ho dato una scorsa veloce al sito, dedicato principalmente ai fumetti, e sembra di guardare una vecchia fotografia, in cui ci si vede quando si era più giovani, in parte vergognandosi, persino commuovendosi..

Ormai il sito resta a futura memoria, e tra l'altro non ricordo più la password, quindi le mie scemenze restano!

Fantasy francese, all'italiana

Il fantasy francese ha le sue peculiarità: gusto dell'immaginifico supportato da un disegno spesso stiloso o accattivante, che sfrutta bene il formato di tavola ampio e l'utilizzo dei colori, con una sovrabbondanza di razze, siano animali antropomorfi o umani zoomorfizzati, razze di tutti i tipi, corti variopinte, nobili a volte corrotti ma comunque dalla forte personalità (forse su ispirazione della storia francese, dal Re Sole alla Rivoluzione a Napoleone), e una capacità di rivolgersi ai ragazzi ma anche agli adulti (che si vogliono divertire).
Sto parlando del fantasy mainstream, altro è il fantasy più sperimentale, quello underground e quello più politico, anche se il bacino di origine in fondo è lo stesso.

In questo mondo di fantasia (e in questo mercato) trovano posto, per fortuna, tanti talenti italiani che nel nostro paese trovano un'industria debole e incapace di dar loro spazio, salvo poi pubblicarli di ritorno.
Sempre meglio che niente, direi.

Curiosamente, le opere prodotte dagli italiani in Francia sono rivolte al pubblico francese, e quindi si francesizzano, prendono le caratteristiche che ho descritto prima.

Il discorso vale per gli ultimi volumi pubblicati dalla Pavesio, Elias il maledetto e Morgana.

Elias il maledetto Vol. 2, La peste rossa, di S.Corgiat e C.Mastrantuono, Pavesio Editore, 16,99 euro.
Dopo il primo volume, Il gioco dei corpi celesti, è ancora una storia che ancora "non mi acchiappa", in particolare i protagonisti non sono particolarmente accattivanti e non suscitano particolare empatia o identificazione da parte del lettore. E non so se la responsabilità sia della francese Corgiat o anche del disegnatore, l'eppur bravissimo Mastrantuono.
Infine, trovo che la colorazione sia troppo cupa.
Non un brutto fumetto, ma per il momento non indimenticabile.

Morgana Vol. 4, La voce degli Eoni, di M.Alberti e L.Enoch, Pavesio Editore, 15,99 euro.
Il quarto volume, dopo Le due fenici, ha caratteri più interessanti, anche se la trama presenta pochi caratteri di originalità: tra le altre cose, i due archetipi della luce e dell'oscurità mi rammentano troppo la saga dell'Incal.
Comunque c'è maggior passione nei personaggi, ma si soffre di una eccessiva dipendenza dal mistero: normalmente c'è un certo gioco tra mistero e rivelazioni, in una storia, ma qui le rivelazioni contengono un'aura di verità superiore che appesantiscono la lettura (mi sembra che Enoch abbia la tendenza a produrre un'aura biblica).

Dopo questa recensione probabilmente si capirà che il fantasy mainstream alla francese non mi fa impazzire, quindi a chi il genere piace consiglio di farsi un giudizio cercando da altre fonti!

domenica 1 aprile 2007

500 Aaahhyaaaak! e non sentirli

Zagor n. 500, Magia indiana, di M.Burattini e G.Ferri, Sergio Bonelli Editore, 2,50 euro.

Zagor raggiunge il traguardo del numero 500, con un forte Aaahhyaaaak! e una storia tutta colori.
"Questa giungla mi uccide", questa frase Za-gor-te-nay non la direbbe mai, nemmeno dopo tanti rischi passati in tante lune.
Lo spirito con la scure non tradisce e si presenta con una storia semplice, che conferma la stessa ricetta, eppure sono questi i suoi grandi pregi: avventura, la giusta dose di azione e di sdrammatizzazione, quest'ultima con la simpatia della mitica "spalla" Chico.
Un eroe positivo come ne sono rimasti pochi, ormai!

Nel mezzo del cammin di nostra vita, Zagor si ritrovò in una selva oscura (Darkwood, appunto!)... un augurio che il suo cammin sia ancora molto lungo!

Era mio padre, film e fumetto

Questa è solo una segnalazione, pure tardiva, più che altro un'occasione per dire che esistono ottimi fumetti da cui sono stati tratti degli ottimi film, e non sono necessariamente film d'azione o di supereroi (non si contano i film che hanno tratto ispirazione dal fumetto, ma per fortuna la membrana che separa i due media è permeabile e gli scambi sono sempre stati reciproci).

Questa sera stanno dando il film Era mio padre, titolo originale Road to Perdition, regia di Sam Mendes, con un cast d'eccezione (Jennifer Jason Leigh, Stanley Tucci, Tyler Hoechlin, Jude Law, Paul Newman, Tom Hanks), tratto dalla graphic novel della Paradox Press portata in Italia dalla Magic Press col titolo La strada della perdizione, opera di Max Allan Collins e Richard Piers Rayner.

E visto che ci sono, segnalo un altro film con una felice trasposizione da un fumetto: Ghost World.
Il film girato da Terry Zwigoff, con Thora Birch, Scarlett Johansson e Steve Buscemi.
Il fumetto di Daniel Clowes, edito negli USA dalla Fantagraphics e portato in Italia sempre dalla mitica Magic Press.