mercoledì 31 ottobre 2012

Mettiamo un giorno i boschi...

Mettiamo che nel futuro spariscano i boschi, divorati dall'espansione umana, ridotti a macchie di alberi e arbusti, recintate, monitorate: per quanto tempo resterebbero nel nostro linguaggio, come residui lessicali? E per quanto ancora, scomparsa la terminologia per definirli e riportarli alla mente, ne sopravviverebe la lunga ombra nel limitato mondo dei nostri pensieri?

venerdì 19 ottobre 2012

La nostra natura e pensieri contingenti

Quando sei te stesso sei solo. Difficilmente la gente ti capisce o apprezza per quello che sei.
Allora non devi essere te stesso?

Quando non segui la tua natura sei ancora più solo.

Puoi solo cercare di essere te stesso e condividere qualcosa con gli altri, ma solo quando anche loro sono sè stessi, e li capisci e li apprezzi per quello che sono.

Per questo siamo il più delle volte soli.

(giuro che questa non l'ho trovata nei cioccolatini!)

martedì 2 ottobre 2012

Violenza nei videogiochi

Se fossi un autore di videogiochi creerei un gioco ultraviolento in cui il protagonista avrebbe il ruolo di un personaggio decisamente violento. Potrebbe scegliere tra diversi ruoli per cui potrebbero essere se non auspicabili, comunque plausibili, derive violente: tifosi, forze dell'ordine, teppisti ecc.
Permetterei l'uso smodato della violenza, e solo i veri violenti potrebbero andare avanti nel gioco e avanzare di livello.
Ma.
Solo chi riuscisse ad andare avanti nella storia vivrebbe il passo successivo, il contrappasso. Spogliato dei suoi identificativi, si troverebbe dalla parte opposta della barricata, non riconosciuto e quindi cacciato dai suoi simili, si troverebbe non solo contro i precedenti alleati, ma potrebbe sopravvivere solo alleandosi con i vecchi avversari, e soprattutto sovvertendo le stesse logiche che lo avevano caratterizzato finora, facendo i conti con le sue scelte. Solo chi affronterà sè stesso potrà vincere.
(riuscire a creare un gioco simile senza essere bacchettone non è facile)