giovedì 31 gennaio 2013

Partecipazione (ricordando Gaber)

Siamo carenti di partecipazione: nella vita politica, nel mondo lavoro, nelle decisioni pubbliche. Più che tendenza alla rinuncia, invalicabile appare l'esclusione.

Anche quando partecipiamo, cosa ci rende diversi da numeri?
Il diritto alla partecipazione è solo parola, spesso vuota, la lotta, una necessità?

Eppure la lotta, che ci può migliorare e rendere meritevoli delle conquiste, ci rende spesso più individualisti (o legati a un gruppo, se la lotta è di gruppo).
E ci può far credere che la nostra vittoria ci identifichi col giusto.

Il diritto acquisito invece ci può infiacchire, se ricevuto passivamente, e far dare tutto per scontato.




We lack participation: in our political life, in working life, in public decisions. Rather than a disposition to surrender, it is the exclusion that appears insurmountable.

Even when we participate, what makes us be something different from numbers?
The right to participate is only a word, often empty; the fight, a necessity?

Yet the fight, which can improve and make us worthy of the conquest, often makes us more individualistic (or "tribal", if we fight in a group).
Also, it can make us believe that our victory is righteous one.

An acquired right may weaken us, when received passively, and make us take everything for granted.

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