Frederik Peeters, Lupus Vol. 1 e 2 (di 2), Kappa Edizioni, 16,00 euro (ciascuno)
Ho scoperto questo autore leggendo Koma, e con Lupus ho avuto la conferma, è sicuramente uno di quelli che seguirò con attenzione. Vuol dire che dovrò recuperare l'altra sua opera pubblicata in Italia, Pillole blu.
Lupus è un fumetto che non leggi, è un fumetto in cui ti immergi, e ne esci ancora in preda a un sentimento che persiste.
Qualcuno potrebbe erroneamente definire questo fumetto come di fantascienza, ma non bisogna confonderne la fantascienza con il genere o le sue tematiche, più semplicemente fantascientifica è l'ambientazione: astronavi, pianeti con ecosistemi e culture diverse, etc.
L'ambientazione fantascientifica in questo caso aiuta a estraniarsi dal contesto attuale, in cui i dettagli avventurosi potrebbero avere un effetto distraente, provocare un effetto di già visto, e permette di raccontare una storia minimalista.
Un minimalismo nel fumetto, in termini di messa in scena e di obbiettivo, rivolto al vivere il presente, che concentra l'interesse su piccoli elementi della quotidianità, vere tranche de vie non prive di avventura.
Riassumere la storia a volte non ha senso, a volte occorre saltare prefazioni, frontespizi, note e introduzioni, e scoprire il mondo che si apre con la lettura.
Il disegno di Peeters è leggero, carezzevole e ironico, la narrazione procede lenta ma sa creare le giuste accellerazioni, altre volte dilata i momenti per realizzare una consapevolezza del vissuto e dei sentimenti. La storia in fondo è la storia di un passaggio (e non dirò altro).
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