Volevo solo segnalare l'uscita della ristampa della serie Mister No, edita precedentemente dalla Sergio Bonelli Editore.
La riscoperta di un divertimento semplice e onesto, la sana scazzottata così come la battuta di spirito, e l'avventura in luoghi ancor oggi esotici, genti e costumi lontani.
Per un piacere spensierato, capace di evitare gli schematismi verso altre culture e mentalità (che pure ai nostri giorni sembra una forma di inquinamento delle idee inevitabile), quando il politically correct ancora non esisteva e si raccontavano storie liberamente.
Mister No (riedizione) n. 1, Edizioni If, 4,90 euro.
Contiene i numeri 1 e 2 della serie originale (Mister No di Guido Nolitta e Gallieno Ferri, e Amazzonia, di G.Nolitta e Franco Donatelli).
Gli albi sono corredati di un discreto apparato redazionale.
idee in caduta libera... idee, passioni, letteratura e fumetti, cinema, informatica, viaggi, esperienze
mercoledì 30 maggio 2007
Memorie di un poliziotto (dell'800)
I.Putilin, Memorie del capo della polizia di San Pietroburgo, Sellerio editore Palermo, 8,00 euro.
Di recente ho letto questo libricino piccolo, comodo da portare con sè (non economico, vista la paginazione).
Sono le memorie di Ivan Dmitrievic Putilin, capo della polizia di San Pietroburgo dal 1866 al 1889, assai noto ai suoi tempi (ogni omofonia con Putin è casuale). Il libro presenta tre tra i casi presentatisi a Putilin nella sua carriera, casi eclatanti, capaci di toccare l'interesse del pubblico ma narrati con umana curiosità, non priva di compassione e ironia.
I racconti sono Una folle vendetta, su di un efferato omicidio in un albergo, La beneficenza, caso di una truffa attuata ai danni di diverse personalità religiose, e Il terribile caso della bella omicida, cruenta e crudele strage ai danni di un'intera famiglia.
Putilin scrive con l'abilità di un cronista privo di scandalismi, capace di rendere partecipi del proprio desiderio di scoprire i colpevoli e le loro motivazioni.
Ho trovato anche interessante notare di come queste motivazioni, di un delitto o di una truffa, siano ottimi indizi per capire le differenze di mentalità di un'epoca lontana.
Qui un'altra minirecensione.
Qui se qualcuno desidera sentire l'inizio di un audiobook, in lingua originale. :)
Qui il riferimento ad un altro libro che vede Putilin in veste di protagonista, Il costume di Arlecchino del contemporaneo Leonid Juzefovic (che oltre ad una serie di libri con Putilin, ha scritto una biografia su Ungern-Sternberg, di cui parlò Hugo Pratt in Corte sconta detta arcana). eh eh
Di recente ho letto questo libricino piccolo, comodo da portare con sè (non economico, vista la paginazione).
Sono le memorie di Ivan Dmitrievic Putilin, capo della polizia di San Pietroburgo dal 1866 al 1889, assai noto ai suoi tempi (ogni omofonia con Putin è casuale). Il libro presenta tre tra i casi presentatisi a Putilin nella sua carriera, casi eclatanti, capaci di toccare l'interesse del pubblico ma narrati con umana curiosità, non priva di compassione e ironia.
I racconti sono Una folle vendetta, su di un efferato omicidio in un albergo, La beneficenza, caso di una truffa attuata ai danni di diverse personalità religiose, e Il terribile caso della bella omicida, cruenta e crudele strage ai danni di un'intera famiglia.
Putilin scrive con l'abilità di un cronista privo di scandalismi, capace di rendere partecipi del proprio desiderio di scoprire i colpevoli e le loro motivazioni.
Ho trovato anche interessante notare di come queste motivazioni, di un delitto o di una truffa, siano ottimi indizi per capire le differenze di mentalità di un'epoca lontana.
Qui un'altra minirecensione.
Qui se qualcuno desidera sentire l'inizio di un audiobook, in lingua originale. :)
Qui il riferimento ad un altro libro che vede Putilin in veste di protagonista, Il costume di Arlecchino del contemporaneo Leonid Juzefovic (che oltre ad una serie di libri con Putilin, ha scritto una biografia su Ungern-Sternberg, di cui parlò Hugo Pratt in Corte sconta detta arcana). eh eh
venerdì 25 maggio 2007
Lucifero o del sesso degli angeli
Sembra sciocco, iniziare a parlare dell'ultima graphic novel (dire graphic novel fa figo) di Lucifer, di Mike Carey, parlando del sesso degli angeli. È che trovo curioso vedere come i diversi disegnatori (mi sembra improbabile ma non impossibile che dipenda da indicazioni dello sceneggiatore) abbiano affrontato la rappresentazione del sesso degli angeli.
Un modo come un altro di vedere come un argomento spinoso, che tocca la pudicizia nostra (nel mondo globalizzato ha sempre meno senso parlare di elemento culturale generalizzato, quanto individuale, che deriva da un certo grado di scelta) influenzi la rappresentazione di entità idealizzate.
Nella storia disegnata da Phillip Craig Russell gli angeli sono nudi (per rappresentare l'epoca che precede il peccato?), là dove sarebbe il sesso si vede - difficile descriverlo - una sorta di "pacco" indefinito.
Oltre a una grande esibizione di ali, nelle storie disegnate da Peter Gross e Ryan Kelly gli angeli vestono delle braghette, o tuniche di diverso tipo, di gusto greco-romano..
Il tutto suonerebbe un po' ridicolo ma comunemente accettato, quindi va bene.
(Non viene invece usato l'escamotage di coprire il sesso con altri oggetti, con apparente casualità)
Sembra più interessante notare che tutti gli angeli sono di sesso chiaramente maschile (a parte Elaine, che costituisce un'eccezione), e da segnalare il caso particolare di un angelo di colore (anche in Paradiso le cose cambiano, un po' lentamente). Non so se la serie di Lucifer sia passabile di accuse di razzismo, sessismo, o almeno orientamento culturale particolare, e sinceramente è una cosa che non mi interessa, comunque c'è da dire che i riferimenti mitologici di questo volume sono principalmente di origine ebraica e scandinava (mitologie molto interessanti, anche se soggette a stereotipizzazioni), mentre un paio di divinità "non bianche" hanno un ruolo secondario, quasi da lacchè.
Cosa altro c'è da dire di questa storia? Del ciclo di Lucifer posso dire poco, avevo letto le prime storie, e spinto dal nome di P.Craig Russell ho preso l'ultimo uscito.
Mike Carey ha costruito uno spin-off dal ciclo di Sandman di Neil Gaiman, nonostante quel che dice il redattore della postfazione, quest'ultimo è rimasto insuperato: minore la capacità di Carey di miscelare miti e mitologie in un prodotto unico e vivo, di livello più basso il pathos generato, Carey si rivela assai piatto nel gestire le creazioni di Gaiman, gli Eterni.
Il fulcro della tensione è la minaccia, una minaccia esibita, che sborda verso il lettore: altre passioni non si percepiscono. Il mito si incentra su Lucifero e su personaggi che affermano il proprio potere (fa eccezione Lilith). I (pochi) umani sono osservati asetticamente, a una certa distanza, e rimane il dubbio se siano attori delle storie che vivono o costrutti emblematici.
Una curiosità che mi resta, è capire in quale misura Lucifero, pur essendo un personaggio con una propria dinamica e proprie motivazioni, sia la voce dell'autore.
Alla fine, dopo tanta critica impietosa, devo dire che sono decisamente validi i due racconti iniziali: Lilith e Terreno neutrale, il primo per i disegni vezzosi di Craig Russell, di gusto liberty ispirato al classico, e per la capacità di narrare i contrasti interiori e i conflitti esteriorizzati, il secondo per l'idea che lo ispira, condotta intelligentemente.
Per quel che riguarda i disegnatori, Craig Russell non si smentisce nella sua bravura, mentre gli altri si rivelano appena passabili. Completano il volume le cover di alcuni autori, tra cui Michael Kaluta.
M.Carey, P.Gross, R.Kelly, P.Craig Russell e T.Naifeh, Lucifer Vol. 8 - Il lupo sotto l'albero, ed. Planeta DeAgostini, 11,95 euro.
Il volume raccoglie i numeri 45 e dal 50 al 54 della serie.
Un modo come un altro di vedere come un argomento spinoso, che tocca la pudicizia nostra (nel mondo globalizzato ha sempre meno senso parlare di elemento culturale generalizzato, quanto individuale, che deriva da un certo grado di scelta) influenzi la rappresentazione di entità idealizzate.
Nella storia disegnata da Phillip Craig Russell gli angeli sono nudi (per rappresentare l'epoca che precede il peccato?), là dove sarebbe il sesso si vede - difficile descriverlo - una sorta di "pacco" indefinito.
Oltre a una grande esibizione di ali, nelle storie disegnate da Peter Gross e Ryan Kelly gli angeli vestono delle braghette, o tuniche di diverso tipo, di gusto greco-romano..
Il tutto suonerebbe un po' ridicolo ma comunemente accettato, quindi va bene.
(Non viene invece usato l'escamotage di coprire il sesso con altri oggetti, con apparente casualità)
Sembra più interessante notare che tutti gli angeli sono di sesso chiaramente maschile (a parte Elaine, che costituisce un'eccezione), e da segnalare il caso particolare di un angelo di colore (anche in Paradiso le cose cambiano, un po' lentamente). Non so se la serie di Lucifer sia passabile di accuse di razzismo, sessismo, o almeno orientamento culturale particolare, e sinceramente è una cosa che non mi interessa, comunque c'è da dire che i riferimenti mitologici di questo volume sono principalmente di origine ebraica e scandinava (mitologie molto interessanti, anche se soggette a stereotipizzazioni), mentre un paio di divinità "non bianche" hanno un ruolo secondario, quasi da lacchè.
Cosa altro c'è da dire di questa storia? Del ciclo di Lucifer posso dire poco, avevo letto le prime storie, e spinto dal nome di P.Craig Russell ho preso l'ultimo uscito.
Mike Carey ha costruito uno spin-off dal ciclo di Sandman di Neil Gaiman, nonostante quel che dice il redattore della postfazione, quest'ultimo è rimasto insuperato: minore la capacità di Carey di miscelare miti e mitologie in un prodotto unico e vivo, di livello più basso il pathos generato, Carey si rivela assai piatto nel gestire le creazioni di Gaiman, gli Eterni.
Il fulcro della tensione è la minaccia, una minaccia esibita, che sborda verso il lettore: altre passioni non si percepiscono. Il mito si incentra su Lucifero e su personaggi che affermano il proprio potere (fa eccezione Lilith). I (pochi) umani sono osservati asetticamente, a una certa distanza, e rimane il dubbio se siano attori delle storie che vivono o costrutti emblematici.
Una curiosità che mi resta, è capire in quale misura Lucifero, pur essendo un personaggio con una propria dinamica e proprie motivazioni, sia la voce dell'autore.
Alla fine, dopo tanta critica impietosa, devo dire che sono decisamente validi i due racconti iniziali: Lilith e Terreno neutrale, il primo per i disegni vezzosi di Craig Russell, di gusto liberty ispirato al classico, e per la capacità di narrare i contrasti interiori e i conflitti esteriorizzati, il secondo per l'idea che lo ispira, condotta intelligentemente.
Per quel che riguarda i disegnatori, Craig Russell non si smentisce nella sua bravura, mentre gli altri si rivelano appena passabili. Completano il volume le cover di alcuni autori, tra cui Michael Kaluta.
M.Carey, P.Gross, R.Kelly, P.Craig Russell e T.Naifeh, Lucifer Vol. 8 - Il lupo sotto l'albero, ed. Planeta DeAgostini, 11,95 euro.
Il volume raccoglie i numeri 45 e dal 50 al 54 della serie.
Un piacevole elisir
Tran tran, tran tran, tran tran.
In guerra ed in amore
l'assedio annoia e stanca.
Sono andato a vedere Elisir d'amore, di Donizzetti, libretto di Felice Romani, al Teatro Regio di Torino. Molto bello bravi gli interpreti regia e scenografia.
Chiedi all'aura lusinghiera
perché vola senza posa
or sul giglio, or sulla rosa,
or sul prato, or sul ruscel:
ti dirà che è in lei natura
l'esser mobile e infedel.
L'opera è oltrettutto divertente e leggera, si discosta il tema Una furtiva lacrima, di grande intensità drammatica.
Una furtiva lagrima
negli occhi suoi spuntò...
quelle festose giovani
invidiar sembrò...
Che più cercando io vo?
M'ama, lo vedo.
mercoledì 16 maggio 2007
Riporto da iaf le segnalazioni la notizia del matrimonio del maestro Alan Moore e Melinda Perry Gebbie (sul blog di Neil Gaiman le foto).
Auguri!
(certo che 'sti fumettisti sono proprio strani)
Auguri!
(certo che 'sti fumettisti sono proprio strani)
la ragazza perfetta
Ho un problema con le ragazze (leggasi donne, fanciulle, femmine, etc.), un problema con la ragazza che mi può piacere:
Ho un problema.
Un attimo, ricominciamo da capo, ci deve essere per forza un modo per uscirne:
la ragazza deve essere perfetta...
- la ragazza deve essere perfetta, o meglio, avere qualcosa di eccezionale, deve per forza spiccare sulle altre,
- essendo eccezionale, per forza non mi caga,
- se mi caga, nonostante tutto deve per forza essersi sbagliata,
- se non si è sbagliata (e non è scema) allora per forza mi devo sentire inadeguato, non avere speranze o al limite se non se ne accorge adesso (che sono un pirla) se ne accorgerà domani (non domani in futuro, ma domani, proprio domani),
- in più, dovendo per forza esser eccezionale, se non lo è o se ha anche un qualche difetto, se ho deciso che deve essere lei, allora non c'è niente da fare, i difetti (anche gravi) vengono dimenticati, o non li noto affatto, e prima o poi succede un disastro.
Ho un problema.
Un attimo, ricominciamo da capo, ci deve essere per forza un modo per uscirne:
la ragazza deve essere perfetta...
lunedì 14 maggio 2007
Fiere e mostre a Torino
Alla Fiera del libro (che sembra aver avuto un grande successo), con annessa Torinocomics (che sembra averne avuto di meno), alla fine non ci sono stato. Ci sono state varie polemiche ma, appunto, non posso parlarne. La rabbia potrebbe essere tanta. Lasciamo perdere, mi sono salvato.
(speriamo in un'inversione di tendenza l'anno prossimo)
Forse era meglio andare a Cuneo alla Festa degli alpini.
In compenso in questi giorni sono stato a due mostre, I macchiaioli a Palazzo Bricherasio e Tabusso alla Promotrice di Belle Arti. Belle e valide tutt'e due.
E mi sono fatto un giro al Valentino, tiè (qua qualche foto - non mia).
E chi vuole dare un'occhiata, ecco la mappa.
(speriamo in un'inversione di tendenza l'anno prossimo)
Forse era meglio andare a Cuneo alla Festa degli alpini.
In compenso in questi giorni sono stato a due mostre, I macchiaioli a Palazzo Bricherasio e Tabusso alla Promotrice di Belle Arti. Belle e valide tutt'e due.
E mi sono fatto un giro al Valentino, tiè (qua qualche foto - non mia).
E chi vuole dare un'occhiata, ecco la mappa.
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sabato 12 maggio 2007
Le migliori "noccioline"
Peanuts è l'antenato dei Simpsons e di South Park.
Peanuts è un fumetto in cui il male ha posto, si manifesta, trova spazio nei dubbi, nelle riflessioni, nei motti di spirito e nelle battute, nelle fantasie fuori norma del bracchetto Snoopy, in fuga dal mondo, negli angosciati ma anche comuni tormenti di Charlie Brown, che trovano nella mediocrità un lenitivo, nella superiore saggezza di Linus, comunque sottoposto alle prepotenze di Lucy.
E nelle strisce di Charles Schulz il male viene esorcizzato, quotidianamente.
I "bambini saggi", che non sono altro che "noccioline" (americane), parlano dritto a ciascuno di noi, si sottopongono al nostro occhio senza filtri, nella loro fallacia, ed è per questa capacità di parlarci così come sono che hanno avuto un successo mondiale.
Questo progetto editoriale è stato realizzato dalla casa editrice Fantagraphics (famosa anche per la rivista di critica Comics Journal), ed è un progetto di tutto rispetto: pubblicare la raccolta completa delle strisce di Schulz dei Peanuts, dalle origini fino alla fine. Curata dall'editore Gary Groth e nel design (impeccabile) da Seth. In Italia viene pubblicata dalla Panini (casa editrice che ha i mezzi e la serietà di portare a termine la pubblicazione, aspetto non sempre scontato).
Questo volume raccoglie le strisce giornaliere e domenicali, in bianco e nero, dal 1959 al 1960, e contiene un'intervista a Whoopi Goldberg.
Charles Schulz, The Complete Peanuts Vol. 5 (1959-1960), ed. Panini Comics, 25,00 euro.
Peanuts è un fumetto in cui il male ha posto, si manifesta, trova spazio nei dubbi, nelle riflessioni, nei motti di spirito e nelle battute, nelle fantasie fuori norma del bracchetto Snoopy, in fuga dal mondo, negli angosciati ma anche comuni tormenti di Charlie Brown, che trovano nella mediocrità un lenitivo, nella superiore saggezza di Linus, comunque sottoposto alle prepotenze di Lucy.
E nelle strisce di Charles Schulz il male viene esorcizzato, quotidianamente.
I "bambini saggi", che non sono altro che "noccioline" (americane), parlano dritto a ciascuno di noi, si sottopongono al nostro occhio senza filtri, nella loro fallacia, ed è per questa capacità di parlarci così come sono che hanno avuto un successo mondiale.
Questo progetto editoriale è stato realizzato dalla casa editrice Fantagraphics (famosa anche per la rivista di critica Comics Journal), ed è un progetto di tutto rispetto: pubblicare la raccolta completa delle strisce di Schulz dei Peanuts, dalle origini fino alla fine. Curata dall'editore Gary Groth e nel design (impeccabile) da Seth. In Italia viene pubblicata dalla Panini (casa editrice che ha i mezzi e la serietà di portare a termine la pubblicazione, aspetto non sempre scontato).
Questo volume raccoglie le strisce giornaliere e domenicali, in bianco e nero, dal 1959 al 1960, e contiene un'intervista a Whoopi Goldberg.
Charles Schulz, The Complete Peanuts Vol. 5 (1959-1960), ed. Panini Comics, 25,00 euro.
Delega
Sempre più volte mi scopro di godere della vita - e vivere - per delega: con i libri, i fumetti, i film.
Perfino la fantasia è delega. La fantasia? No, la fantasia è m i a.
Perfino la fantasia è delega. La fantasia? No, la fantasia è m i a.
Le manifestazioni di domani
Domani 12 maggio a Roma ci saranno due manifestazioni, una si presenta per sostenere la famiglia, l'altra a favore dei dico e della laicità: le due manifestazioni si riverseranno nello stadio cittadino, in cui i rappresentanti delle due parti tireranno una monetina per decidere chi getterà il motorino dagli spalti.
Domani ci aspetta una bella giornata di demagogia.
Domani ci aspetta una bella giornata di demagogia.
mercoledì 9 maggio 2007
Lupus by Frederik Peeters
Frederik Peeters, Lupus Vol. 1 e 2 (di 2), Kappa Edizioni, 16,00 euro (ciascuno)
Ho scoperto questo autore leggendo Koma, e con Lupus ho avuto la conferma, è sicuramente uno di quelli che seguirò con attenzione. Vuol dire che dovrò recuperare l'altra sua opera pubblicata in Italia, Pillole blu.
Lupus è un fumetto che non leggi, è un fumetto in cui ti immergi, e ne esci ancora in preda a un sentimento che persiste.
Qualcuno potrebbe erroneamente definire questo fumetto come di fantascienza, ma non bisogna confonderne la fantascienza con il genere o le sue tematiche, più semplicemente fantascientifica è l'ambientazione: astronavi, pianeti con ecosistemi e culture diverse, etc.
L'ambientazione fantascientifica in questo caso aiuta a estraniarsi dal contesto attuale, in cui i dettagli avventurosi potrebbero avere un effetto distraente, provocare un effetto di già visto, e permette di raccontare una storia minimalista.
Un minimalismo nel fumetto, in termini di messa in scena e di obbiettivo, rivolto al vivere il presente, che concentra l'interesse su piccoli elementi della quotidianità, vere tranche de vie non prive di avventura.
Riassumere la storia a volte non ha senso, a volte occorre saltare prefazioni, frontespizi, note e introduzioni, e scoprire il mondo che si apre con la lettura.
Il disegno di Peeters è leggero, carezzevole e ironico, la narrazione procede lenta ma sa creare le giuste accellerazioni, altre volte dilata i momenti per realizzare una consapevolezza del vissuto e dei sentimenti. La storia in fondo è la storia di un passaggio (e non dirò altro).
Ho scoperto questo autore leggendo Koma, e con Lupus ho avuto la conferma, è sicuramente uno di quelli che seguirò con attenzione. Vuol dire che dovrò recuperare l'altra sua opera pubblicata in Italia, Pillole blu.
Lupus è un fumetto che non leggi, è un fumetto in cui ti immergi, e ne esci ancora in preda a un sentimento che persiste.
Qualcuno potrebbe erroneamente definire questo fumetto come di fantascienza, ma non bisogna confonderne la fantascienza con il genere o le sue tematiche, più semplicemente fantascientifica è l'ambientazione: astronavi, pianeti con ecosistemi e culture diverse, etc.
L'ambientazione fantascientifica in questo caso aiuta a estraniarsi dal contesto attuale, in cui i dettagli avventurosi potrebbero avere un effetto distraente, provocare un effetto di già visto, e permette di raccontare una storia minimalista.
Un minimalismo nel fumetto, in termini di messa in scena e di obbiettivo, rivolto al vivere il presente, che concentra l'interesse su piccoli elementi della quotidianità, vere tranche de vie non prive di avventura.
Riassumere la storia a volte non ha senso, a volte occorre saltare prefazioni, frontespizi, note e introduzioni, e scoprire il mondo che si apre con la lettura.
Il disegno di Peeters è leggero, carezzevole e ironico, la narrazione procede lenta ma sa creare le giuste accellerazioni, altre volte dilata i momenti per realizzare una consapevolezza del vissuto e dei sentimenti. La storia in fondo è la storia di un passaggio (e non dirò altro).
Nuove forme di comunicazione: Twitter e Second life
Recentemente e meno recentemente sono nate forme di comunicazione e interazione in rete che appaiono prive di senso.
Un esempio è Twitter, un servizio che ti permette di rendere noto a tutti con un messaggio brevissimo quello che si sta facendo, in un dato momento, o un breve pensiero stile SMS.
Un altro è Second life, grazie al quale si entra in un mondo virtuale, popolato da avatar tridimensionali. In Second life si sono sviluppati fenomeni peculiari, quali l'utilizzo di tale ambiente per presentare una propria interfaccia e fornire i propri servizi, da parte di aziende, istituzioni e politici.
Ora, se le ragioni di tanto interesse per queste nuove funzionalità mi sfugge, ed è difficile capire se tali iniziative avranno un futuro e in che modo si evolveranno (perchè si evolveranno, questo è certo), devo dire che non bisognerebbe nemmeno stupirsi troppo.
Si stanno sperimentando in tutte le direzioni le possibilità offerte dalla comunicazione pervasiva date dalle tecnologie (in realtà dalle nuove infrastrutture, tecnologiche, economiche e sociali).
Come bambini che provano un nuovo gioco, esplorano un nuovo ambiente, scoprono i propri sensi, gli incerti passi si fanno per il gusto di farli, per verificare le proprie potenzialità, la forza di giovani muscoli.
Ci sarà tempo per capirne l'uso e le potenzialità in modo più adulto e più cinico (volto allo sfruttamento economico, al monitoraggio, all'influenza e al controllo), per adesso godiamoci il divertimento di un gioco innocente.
(ovviamente lo sfruttamento affatto disinteressato è già in corso, mi sembrava più bello chiudere così!
In ogni caso si può desiderare di esercitare una maggiore consapevolezza, e cercare di constatare, se il mezzo è il messaggio, quale relazione mezzo/messaggio si realizzi in realtà)
e ora un messaggio edificante
Un esempio è Twitter, un servizio che ti permette di rendere noto a tutti con un messaggio brevissimo quello che si sta facendo, in un dato momento, o un breve pensiero stile SMS.
Un altro è Second life, grazie al quale si entra in un mondo virtuale, popolato da avatar tridimensionali. In Second life si sono sviluppati fenomeni peculiari, quali l'utilizzo di tale ambiente per presentare una propria interfaccia e fornire i propri servizi, da parte di aziende, istituzioni e politici.
Ora, se le ragioni di tanto interesse per queste nuove funzionalità mi sfugge, ed è difficile capire se tali iniziative avranno un futuro e in che modo si evolveranno (perchè si evolveranno, questo è certo), devo dire che non bisognerebbe nemmeno stupirsi troppo.
Si stanno sperimentando in tutte le direzioni le possibilità offerte dalla comunicazione pervasiva date dalle tecnologie (in realtà dalle nuove infrastrutture, tecnologiche, economiche e sociali).
Come bambini che provano un nuovo gioco, esplorano un nuovo ambiente, scoprono i propri sensi, gli incerti passi si fanno per il gusto di farli, per verificare le proprie potenzialità, la forza di giovani muscoli.
Ci sarà tempo per capirne l'uso e le potenzialità in modo più adulto e più cinico (volto allo sfruttamento economico, al monitoraggio, all'influenza e al controllo), per adesso godiamoci il divertimento di un gioco innocente.
(ovviamente lo sfruttamento affatto disinteressato è già in corso, mi sembrava più bello chiudere così!
In ogni caso si può desiderare di esercitare una maggiore consapevolezza, e cercare di constatare, se il mezzo è il messaggio, quale relazione mezzo/messaggio si realizzi in realtà)
e ora un messaggio edificante
lunedì 7 maggio 2007
La mia gioventù
Mentre i miei amici cavalcavano la notte, io al massimo cavalcavo il cavallo dei pantaloni..
Ultime letture (fumettistiche)
Ultime in breve:
Leiji Matsumoto, La regina dei 1000 anni Vol. 1, ed. d/books, 9,20 euro.
La genesi dell'universo del creatore di Capitan Harlock e di Galaxy Express 999, un must per gli appassionati della sua fantascienza poetica, lontana anni luce dalla fantascienza razionale. Com'è come non è, tra invenzioni narrative strampalate, riesce a (re)suscitare il sentimento nel lettore.
Yoshikazu Yasuhiko, Hajime Yatate, Yoshiyuki Tomino, Kunio Okawara, Gundam origini n. 11 (L'inizio delle ostilità I), ed. Star Comics, 6,00 euro.
Prosegue il lungo flashback sulla vita di Char-Casval, le origini del suo rapporto con Garma della famiglia Zabi, e alla fine si vede quello che sarà l'avversario, Amuro, il pilota del Gundam.
Questa invece è la fantascienza che ha portato i robottoni giapponesi ad un maggiore realismo, con un'attenzione e un dettaglio psicologico raro. Raccontato e disegnato con cura.
Yoshikazu Yasuhiko, Giovanna d'Arco n. 1 e 2 (di 4), Yamato Edizioni, 15,00 euro.
Il titolo completo è "Giovanna d'Arco - Sulle orme della pulzella d'Orleans", e difatti non è propriamente la storia della telegrafista di Dio (come l'ha spiritosamente ritratta Hugo Pratt nelle Elvetiche), quanto la storia di una fanciulla che l'ha incontrata da piccola e ne segue le orme, seguendo le sue tracce nei luoghi e nelle persone che l'hanno conosciuta, influenzata dalle sue visioni.
Yoshikazu Yusuihiko si cimenta nuovamente nel racconto storico con l'approfondimento psicologico che lo contraddistingue.
L'opera, seppure un po' cara, è interamente a colori, ed è accompagnata da note storiche che approfondiscono le vicende raccontate.
M.Boselli e L.Rossi, Dampyr n. 86, La casa sull'orlo del mondo, Sergio Bonelli Editore, 2,50 euro.
La storia di una casa sull'orlo dell'abisso, a metà tra il nostro mondo e i mondi dell'orrore.
Racconto ispirato, specialmente nella prima parte, capace di suscitare atmosfere horror, successivamente si perde un po', con Dampyr che spara troppo e la storia che si deve chiudere bruscamente, come per timore di perdere pathos (e per il finire delle pagine a disposizione). Ho poi come l'impressione che il volere agganciarsi a tutti i costi al continuum di storie dampyriane nuoccia più che giovare a storie che starebbero meglio da sole.
Disegni di un elegante Luca Rossi.
B.Azzarello e E.Risso, 100 Bullets Vol. 9 Novena di sangue, ed. Planeta DeAgostini, 12,95 euro.
La guerra tra il Trust, sorta di cartello di potere (criminale) e l'agente Graves, il precedente capo dei Minutemen, braccio armato e di controllo dello stesso Trust, è alle porte, le varie pedine si stanno disponendo, mentre la tensione sale di tono. 100 Bullets è un fumetto pulp (come inteso nel dopo-Tarantino) con Brian Azzarello sceneggiatore accattivante e Eduardo Risso disegnatore godurioso, decisamente maturato dai tempi di Parque Chas.
Devo dire che le spiegazioni sulle origine del Trust avute nel recente vol. 8 della serie, Notti violente, le ho trovate alquanto insoddisfacenti, quasi risibili, ma tant'è, si può fare finta di niente.
Takayuki Yamaguchi e Norio Nanjo, Shigurui n. 6, ed. Panini Comics (Planet Manga), 4,00 euro.
Disegno e sceneggiatura ci regalano un racconto teso sugli scontri e le vendette di samurai, non risparmiandoci le crudeltà di quello che comunque era un mondo in cui l'insegnamento e il miglioramento avveniva tramite una disciplina ferrea e la violenza di scontri all'ultimo sangue.
Ferocia e un sottile velo di erotismo in un manga interessante.
Leiji Matsumoto, La regina dei 1000 anni Vol. 1, ed. d/books, 9,20 euro.
La genesi dell'universo del creatore di Capitan Harlock e di Galaxy Express 999, un must per gli appassionati della sua fantascienza poetica, lontana anni luce dalla fantascienza razionale. Com'è come non è, tra invenzioni narrative strampalate, riesce a (re)suscitare il sentimento nel lettore.
Yoshikazu Yasuhiko, Hajime Yatate, Yoshiyuki Tomino, Kunio Okawara, Gundam origini n. 11 (L'inizio delle ostilità I), ed. Star Comics, 6,00 euro.
Prosegue il lungo flashback sulla vita di Char-Casval, le origini del suo rapporto con Garma della famiglia Zabi, e alla fine si vede quello che sarà l'avversario, Amuro, il pilota del Gundam.
Questa invece è la fantascienza che ha portato i robottoni giapponesi ad un maggiore realismo, con un'attenzione e un dettaglio psicologico raro. Raccontato e disegnato con cura.
Yoshikazu Yasuhiko, Giovanna d'Arco n. 1 e 2 (di 4), Yamato Edizioni, 15,00 euro.
Il titolo completo è "Giovanna d'Arco - Sulle orme della pulzella d'Orleans", e difatti non è propriamente la storia della telegrafista di Dio (come l'ha spiritosamente ritratta Hugo Pratt nelle Elvetiche), quanto la storia di una fanciulla che l'ha incontrata da piccola e ne segue le orme, seguendo le sue tracce nei luoghi e nelle persone che l'hanno conosciuta, influenzata dalle sue visioni.
Yoshikazu Yusuihiko si cimenta nuovamente nel racconto storico con l'approfondimento psicologico che lo contraddistingue.
L'opera, seppure un po' cara, è interamente a colori, ed è accompagnata da note storiche che approfondiscono le vicende raccontate.
M.Boselli e L.Rossi, Dampyr n. 86, La casa sull'orlo del mondo, Sergio Bonelli Editore, 2,50 euro.
La storia di una casa sull'orlo dell'abisso, a metà tra il nostro mondo e i mondi dell'orrore.
Racconto ispirato, specialmente nella prima parte, capace di suscitare atmosfere horror, successivamente si perde un po', con Dampyr che spara troppo e la storia che si deve chiudere bruscamente, come per timore di perdere pathos (e per il finire delle pagine a disposizione). Ho poi come l'impressione che il volere agganciarsi a tutti i costi al continuum di storie dampyriane nuoccia più che giovare a storie che starebbero meglio da sole.
Disegni di un elegante Luca Rossi.
B.Azzarello e E.Risso, 100 Bullets Vol. 9 Novena di sangue, ed. Planeta DeAgostini, 12,95 euro.
La guerra tra il Trust, sorta di cartello di potere (criminale) e l'agente Graves, il precedente capo dei Minutemen, braccio armato e di controllo dello stesso Trust, è alle porte, le varie pedine si stanno disponendo, mentre la tensione sale di tono. 100 Bullets è un fumetto pulp (come inteso nel dopo-Tarantino) con Brian Azzarello sceneggiatore accattivante e Eduardo Risso disegnatore godurioso, decisamente maturato dai tempi di Parque Chas.
Devo dire che le spiegazioni sulle origine del Trust avute nel recente vol. 8 della serie, Notti violente, le ho trovate alquanto insoddisfacenti, quasi risibili, ma tant'è, si può fare finta di niente.
Takayuki Yamaguchi e Norio Nanjo, Shigurui n. 6, ed. Panini Comics (Planet Manga), 4,00 euro.
Disegno e sceneggiatura ci regalano un racconto teso sugli scontri e le vendette di samurai, non risparmiandoci le crudeltà di quello che comunque era un mondo in cui l'insegnamento e il miglioramento avveniva tramite una disciplina ferrea e la violenza di scontri all'ultimo sangue.
Ferocia e un sottile velo di erotismo in un manga interessante.
Ascanio Celestini, adeguiamoci!
Semplicemente fantastico l'intervento di Ascanio Celestini a Parla con me di questa notte (domenica 6 maggio).. si può trovare online qui (non viene pubblicato subito, al momento di scrivere ci sono solo i filmati delle puntate precedenti).
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Aggiornamento: non so perchè non hanno messo in rete proprio il suo pezzo del 6 maggio, in compenso qui si trova la puntata intera (il suo pezzo è all'inizio).
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Aggiornamento: non so perchè non hanno messo in rete proprio il suo pezzo del 6 maggio, in compenso qui si trova la puntata intera (il suo pezzo è all'inizio).
martedì 1 maggio 2007
Il cinema USA e la tecnologia
Stasera ho visto qualche fotogramma di quel che mi è sembrato un brutto film, The Day After Tomorrow: quello che ho trovato buffo è notare come in questo come in moltissimi altri film spettacolari americani, nonostante si vedano situazioni ai limiti della sopravvivenza, le persone si trovano sempre con luci perfettine, ambienti ben illuminati, attrezzature sempre adeguate, come appena acquistate (non sia mai che la tecnologia ci abbandoni, perderemmo ogni nostra sicurezza).
Mi vengono in mente film come il Solaris di Andrej Tarkovskij, con la base spaziale in cui regnava il disordine... ben altra cosa rispetto a 2001 Odissea nello spazio di Stanley Kubrik!
(anche se in questi casi vi erano scelte registiche motivate)
Quest'ultima suggestione mi è venuta da una mia recente visione di un altro film del regista russo, Stalker.
Film che, neanche a farlo apposta, leggo da Wikipedia, ha ispirato l'albo 84 di Dylan Dog, Zed, che non ho letto, sarà all'altezza? (qualche dubbio mi viene..)
Mi vengono in mente film come il Solaris di Andrej Tarkovskij, con la base spaziale in cui regnava il disordine... ben altra cosa rispetto a 2001 Odissea nello spazio di Stanley Kubrik!
(anche se in questi casi vi erano scelte registiche motivate)
Quest'ultima suggestione mi è venuta da una mia recente visione di un altro film del regista russo, Stalker.
Film che, neanche a farlo apposta, leggo da Wikipedia, ha ispirato l'albo 84 di Dylan Dog, Zed, che non ho letto, sarà all'altezza? (qualche dubbio mi viene..)
Alberto Grifi, L'occhio è per così dire l'evoluzione biologica di una lagrima
Visto questa notte "L'occhio è per così dire l'evoluzione biologica di una lagrima" di Alberto Grifi, mancato di recente. Un racconto sull'Olocausto e il successivo sugli abusi perpetrati in carcere (filmato non recente, è del '69, quanto si può dire attuale?).
Molto bello.
Molto bello.
Desolation Joe, il supereroe secondo Warren Ellis
(Desolation Jones non è un fumetto per educande, nè può interessare i bambini, quindi prego di evitare chi ne possa essere offeso di continuare a leggere. A nanna!)
Desolation Jones viene chiamato per risolvere un caso da parte di un vecchio uomo, ancora potente ma molto malato: deve recuperare un oggetto che gli è stato sottratto. Visitando la villa del suo committente, a Los Angeles, incontra la figlia, personaggio che si rivela da subito pericoloso. E qui le analogie con l'investigatore Marlowe de Il grande sonno si fermano.
Desolation Jones a suo tempo aveva accettato di sottoporsi a degli esperimenti, esperimenti che lo porteranno ad avere delle capacità superiori a quelle umane. E qui le analogie con Capitan America si fermano.
Desolation Jones è un supereroe, non c'è dubbio: ha i superpoteri, è superveloce e superforte. Ma l'unica concessione che fa a quello che può sembrare un costume è portare una sorta di trench arancione, corredato di coperta e occhiali per ripararsi dalla luce solare (che gli dà qualche problema), e una maschera con i filtri per respirare, di quelle usate da chi lavora con vernici e agenti chimici tossici (e che fa pensare a Sandman), maschera che peraltro non indossa mai.
Ma le differenze non si fermano al dettaglio estetico.
Ex agente segreto dell'MI6 in preda all'alcolismo, ha accettato di far parte a una serie di esperimenti senza che i suoi superiori lo informino della loro pericolosità (sarà l'unico sopravvissuto), e senza sapere che il trattamento a cui verrà sottoposto equivalgono a una interminabile tortura (trasfusioni, assenza di sonno per un anno, ecc.) che lo lasceranno con il corpo devastato.
Desolation è riferito alle sue condizioni: ora non beve più, in compenso è ridotto a un rottame umano che fa uso di droga per rifuggire il sonno che anima i mostri del suo passato. Ed è del tutto incapace di provare piacere o repulsione.
Desolation Jones vive in una Los Angeles (non per niente ha continue visioni di angeli in volo), ultimo rifugio-prigione di ex agenti segreti in disgrazia.
In questo microcosmo di spie e attrici porno, sopravvive lavorando come investigatore privato, con una libera licenza di uccidere gli agenti che danno fastidio.
In Made in England il colonnello Nigh ha incaricato Jones di recuperare dei filmati porno girati da Hitler, per i quali viene ricattato.
Il colonnello è un altro rottame umano, una sorta di James Bond decrepito, che ormai sopravvive alle malattie che ha contratto nei bordelli di mezzo mondo.
Nigh ha tre figlie, una rampante agente dell'NSA gelosa delle sorelle, un'altra ancora idealista e debole, regista di documentari di denuncia, mentre la più giovane è ribelle, una spregiudicata pornostar in fieri, cinica ma non priva di giovanili ingenuità. Tre figlie e tre modi diversi di rapportarsi con la figura ingombrante del padre.
Dopo le crisi (non solo commerciali) del supereroe con il Watergate, l'assassinio di Kennedy, il Vietnam, ma anche le guerre del Golfo, quando ormai ogni parvenza di american dream è morta e sepolta, e non ci sono più illusioni a sostenerne l'idea-ideologia.
Dopo la rivoluzione del supereroe messa in atto da autori come Frank Miller e Alan Moore (e Grant Morrison e altri), e le vicende alterne di successive riforme e controriforme.
Dopo tutto questo arriva Desolation Jones.
L'eroe contemporaneo non è nè un cavaliere della Tavola Rotonda alla ricerca del Sacro Graal nè un alchimista moderno. Ormai del mito dell'eroe non resta quasi più nulla: la società è corrotta, gli stessi valori sono degenerati, nelle mani di poteri e potenti che commettono atrocità "solo perchè lo trovano interessante".
Del supereroe è rimasta solo un'esigenza morale estrema, un desiderio di riscatto e vendetta, contro i cattivi, in questo caso i potenti dei servizi segreti.
Eppure l'interpretazione dell'eroe di Warren Ellis non mi convince appieno: la presunta superiorità di Jones si manifesta non tanto nella superforza o nella supervelocità, quanto nel suo ripetere, persino ossessivamente, come un mantra, la sua indifferenza nella morte altrui ("Sono incapace di provare qualcosa se gli occupanti di questa stanza vivono o muoiono": "embè?", vien da dire.. ).
Lo stesso eroe è consapevole di fare parte del sistema, il suo è un riscatto limitato, risulta perfino un po' ridicolo. Dietro la maschera di Desolation Jones si cela comunque un guardiano di belle pretese: Marlowe mi risulta più simpatico.
Warren Ellis, ormai superstar del comicdom americano, è un autore che sa il fatto suo.
Anche se critico l'idea di fondo dell'eroe protagonista, devo dire che Ellis sa costruire con bravura atmosfere tese e dialoghi taglienti, e Desolation Jones è un'opera godibile, anche se cruda.
Vale una menzione il racconto della pornoattrice, interrogata da Jones.
Se molti autori hanno solo rinfrescato un po' l'idea del superman, ignorando la rivoluzione di Miller, Moore e soci (per dirla con Giuseppe Tomasi di Lampedusa, "Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi"), Ellis comunque riesce a mantenere adulto il discorso, alte le ambizioni (adolescenziale la rabbia).
Disegnato dal capacissimo J.H.Williams III, visto sulle tavole di Promethea di Alan Moore, che fa sfoggio in modo intelligente di una gran varietà di stili diversi, costruzione della tavola, "effetti speciali", ritratto impietoso.
Unico accenno negativo, a volte viene usato un senso di lettura da sinistra a destra passando da una pagina all'altra, altre volte si termina prima una pagina per passare all'altra, generando un po' di confusione.
Desolation Jones (Vol. 1) - Made in England, di W.Ellis e J.H.Williams III, ed. Magic Press, 11,50 euro.
Desolation Jones viene chiamato per risolvere un caso da parte di un vecchio uomo, ancora potente ma molto malato: deve recuperare un oggetto che gli è stato sottratto. Visitando la villa del suo committente, a Los Angeles, incontra la figlia, personaggio che si rivela da subito pericoloso. E qui le analogie con l'investigatore Marlowe de Il grande sonno si fermano.
Desolation Jones a suo tempo aveva accettato di sottoporsi a degli esperimenti, esperimenti che lo porteranno ad avere delle capacità superiori a quelle umane. E qui le analogie con Capitan America si fermano.
Desolation Jones è un supereroe, non c'è dubbio: ha i superpoteri, è superveloce e superforte. Ma l'unica concessione che fa a quello che può sembrare un costume è portare una sorta di trench arancione, corredato di coperta e occhiali per ripararsi dalla luce solare (che gli dà qualche problema), e una maschera con i filtri per respirare, di quelle usate da chi lavora con vernici e agenti chimici tossici (e che fa pensare a Sandman), maschera che peraltro non indossa mai.
Ma le differenze non si fermano al dettaglio estetico.
Ex agente segreto dell'MI6 in preda all'alcolismo, ha accettato di far parte a una serie di esperimenti senza che i suoi superiori lo informino della loro pericolosità (sarà l'unico sopravvissuto), e senza sapere che il trattamento a cui verrà sottoposto equivalgono a una interminabile tortura (trasfusioni, assenza di sonno per un anno, ecc.) che lo lasceranno con il corpo devastato.
Desolation è riferito alle sue condizioni: ora non beve più, in compenso è ridotto a un rottame umano che fa uso di droga per rifuggire il sonno che anima i mostri del suo passato. Ed è del tutto incapace di provare piacere o repulsione.
Desolation Jones vive in una Los Angeles (non per niente ha continue visioni di angeli in volo), ultimo rifugio-prigione di ex agenti segreti in disgrazia.
In questo microcosmo di spie e attrici porno, sopravvive lavorando come investigatore privato, con una libera licenza di uccidere gli agenti che danno fastidio.
In Made in England il colonnello Nigh ha incaricato Jones di recuperare dei filmati porno girati da Hitler, per i quali viene ricattato.
Il colonnello è un altro rottame umano, una sorta di James Bond decrepito, che ormai sopravvive alle malattie che ha contratto nei bordelli di mezzo mondo.
Nigh ha tre figlie, una rampante agente dell'NSA gelosa delle sorelle, un'altra ancora idealista e debole, regista di documentari di denuncia, mentre la più giovane è ribelle, una spregiudicata pornostar in fieri, cinica ma non priva di giovanili ingenuità. Tre figlie e tre modi diversi di rapportarsi con la figura ingombrante del padre.
Dopo le crisi (non solo commerciali) del supereroe con il Watergate, l'assassinio di Kennedy, il Vietnam, ma anche le guerre del Golfo, quando ormai ogni parvenza di american dream è morta e sepolta, e non ci sono più illusioni a sostenerne l'idea-ideologia.
Dopo la rivoluzione del supereroe messa in atto da autori come Frank Miller e Alan Moore (e Grant Morrison e altri), e le vicende alterne di successive riforme e controriforme.
Dopo tutto questo arriva Desolation Jones.
L'eroe contemporaneo non è nè un cavaliere della Tavola Rotonda alla ricerca del Sacro Graal nè un alchimista moderno. Ormai del mito dell'eroe non resta quasi più nulla: la società è corrotta, gli stessi valori sono degenerati, nelle mani di poteri e potenti che commettono atrocità "solo perchè lo trovano interessante".
Del supereroe è rimasta solo un'esigenza morale estrema, un desiderio di riscatto e vendetta, contro i cattivi, in questo caso i potenti dei servizi segreti.
Eppure l'interpretazione dell'eroe di Warren Ellis non mi convince appieno: la presunta superiorità di Jones si manifesta non tanto nella superforza o nella supervelocità, quanto nel suo ripetere, persino ossessivamente, come un mantra, la sua indifferenza nella morte altrui ("Sono incapace di provare qualcosa se gli occupanti di questa stanza vivono o muoiono": "embè?", vien da dire.. ).
Lo stesso eroe è consapevole di fare parte del sistema, il suo è un riscatto limitato, risulta perfino un po' ridicolo. Dietro la maschera di Desolation Jones si cela comunque un guardiano di belle pretese: Marlowe mi risulta più simpatico.
Warren Ellis, ormai superstar del comicdom americano, è un autore che sa il fatto suo.
Anche se critico l'idea di fondo dell'eroe protagonista, devo dire che Ellis sa costruire con bravura atmosfere tese e dialoghi taglienti, e Desolation Jones è un'opera godibile, anche se cruda.
Vale una menzione il racconto della pornoattrice, interrogata da Jones.
Se molti autori hanno solo rinfrescato un po' l'idea del superman, ignorando la rivoluzione di Miller, Moore e soci (per dirla con Giuseppe Tomasi di Lampedusa, "Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi"), Ellis comunque riesce a mantenere adulto il discorso, alte le ambizioni (adolescenziale la rabbia).
Disegnato dal capacissimo J.H.Williams III, visto sulle tavole di Promethea di Alan Moore, che fa sfoggio in modo intelligente di una gran varietà di stili diversi, costruzione della tavola, "effetti speciali", ritratto impietoso.
Unico accenno negativo, a volte viene usato un senso di lettura da sinistra a destra passando da una pagina all'altra, altre volte si termina prima una pagina per passare all'altra, generando un po' di confusione.
Desolation Jones (Vol. 1) - Made in England, di W.Ellis e J.H.Williams III, ed. Magic Press, 11,50 euro.
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