Dylan Dog 246 - La locanda alla fine del mondo, di M.Masiero e G.Freghieri, Sergio Bonelli Editore, 2,50 euro.
Una storia in parte debitrice, come scritto nella stessa rubrica, di un volume del ciclo di Sandman di Neil Gaiman, ma anche di tutte le storie che presentano una struttura narrativa con una storia cornice che racchiude altre storie, come le Mille e una notte, I racconti di Canterbury di Chaucer, il Decamerone di Boccaccio (e non mi sembra una novità nemmeno per Dylan Dog, anche se la memoria non mi aiuta).
Un modello non originale, e in questo non vedo una colpa, che non viene giustificato dalla necessità di raccontare una storia che risulta un poco sciapa, senza mordente nè necessità.
In particolare, verso il finale vengono presentate possibilità di risoluzione alquanto deboli, con un'idea dell'inferno che sinceramente viene del tutto svuotata di significato (che l'inferno sia in sè un'idea debole si può discutere, ma renderla del tutto banale mi sembra eccessivo).
Per una storia debole, il disegno di Freghieri, pur professionale, non brilla.
Sempre nella rubrica, un ricordo al compianto e grandissimo Gino D'Antonio, mancato di recente.
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