Dampyr questo mese ci porta in terra inglese, ad affrontare nientepopodimeno che Arlecchino!
La storia prende spunto dalla tradizione di fine settecento, in cui nella recita nataliza per bambini a tema fiabesco si aveva un intermezzo con Arlecchino, con tanto di "batocio", protagonista.
Come ogni serie Dampyr soffre di una certa discontinuità qualitativa, ma non posso che dare un voto positivo all'albo, sia per la trama scritta da Mauro Boselli (anche se un po' convulsa nel finale), che per i disegni di Michele Cropera (anche se non mi piacciono troppo i suoi alberi stilizzati).
Per chi non lo conoscesse, Dampyr è il figlio di una donna e un vampiro, e in quanto tale ha particolari capacità di combatterli, tra cui il sangue che brucia su di loro come acido.
Le sue storie sono legate a tematiche horror, ma a differenza di Dylan Dog, altro personaggio della "scuderia" Bonelli, lui è più orientato a combattere il male con le armi, ed ha una visione più razionale del "problema", non lo interiorizza.
(Forse, se gli si deve attribuire un difetto, è quello di prendersi un po' troppo sul serio...)
Ma Dampyr non è estraneo alle suggestioni della storia e dei luoghi, e delle atmosfere che sprigionano: difatti, gli episodi secondo me più riusciti sono proprio quelli legati alle storie e alle usanze della vecchia Europa (a cui non è limitato, di recente si è recato in Sud America e in Giappone).
Anche se qualche sana sparatoria (figurata) non fa mai male, rievocare antiche leggende dà quel sapore in più: in particolare ho molto apprezzato le storie ambientate in Italia, verso il delta del Po (Il grande fiume), o in Sardegna (Le Terminatrici). Molto meno interessante quella ambientata a Torino (La dea egizia), forse perchè parlare del Museo Egizio mi è sembrato troppo banale, e in fondo poco "torinese" (niente contro le mummie "extracomunitarie" :), ma... ebbene sì, sono campanilista!).
Altre informazioni sul personaggio sulle pagine dedicate a lui del sito Bonelli.
Dampyr n. 81 "Harlequin", Sergio Bonelli Editore, 2,50 euro
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