Sono andato a vedere "La Bussola d'oro", film tratto dall'omonimo romanzo di Philip Pullman, che non ho letto: niente da dire, si vede che sotto ci sono altri contenuti, una posizione critica, non immediata e facilona nei confronti del fantastico.
Il film purtroppo, a dispetto delle possibilità (e forse diversamente dall'opera letteraria), dimostra di sorvolare con semplicismo sui temi pure non banali quivi accennati: il libero arbitrio, la libertà dell'uomo, l'attenzione rivolta alla società, l'autenticità del proprio essere.
Si passa sulla superficie, senza graffiare, in punta dei piedi, per non disturbare.
Eppure il divertimento non ne giova, l'avventura non decolla: si presentano via via sfide che non disperdono la noia, e che la protagonista affronta senza alcun interesse a coinvolgere lo spettatore, nessuna possibilità di diventare simpatica.
Il film inizia in un ambiente in buona parte opprimente e pericoloso, in cui la società esprime un controllo strisciante, per spostarsi nella seconda parte in territori cupi e minacciosi, in cui la protagonista si salva grazie alle alleanze e all'astuzia.
Ma al male si contrappone solo l'intelligenza cinica e affatto innocente della bambina da cui ci si aspetta, non si sa per quale motivo se non la discendenza, la salvezza del mondo.
Per concludere, anche le diverse trovate, che in un'opera fantasy vengono offerte allo spettatore per dare credibilità a un mondo fantastico, qui si affastellano una sull'altra senza piacere, più a stupire che a fornire coerenza immaginifica.
Ho trovato poi un po' imbambolata la Kidman (s'è rifatta le labbra?), legnosa Eva Green, supponente la giovane Dakota Richard.
La bussola d'oro, regia di C.Weitz, con Dakota Blue Richard, Nicole Kidman, Samuel P. Elliot, Daniel Craig, Eva Gaelle Green.
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