L'idea mi è venuta pensando a uno slogan da mettere su una maglietta, "I'm black", frase dalle implicazioni razziali, ma non solo (nelle mie intenzioni): poteva indicare uno stato d'animo, un'appartenenza a una parte oscura, una profondità da sondare, anticonformismo, ecc.
Purtroppo si tratta di una frase troppo rischiosa: cosa succede se l'indossa un bianco, cosa se l'indossa un nero? Da slogan antirazzista poteva diventare razzista e così via...
E non poteva aiutare produrre magliette con la scritta "I'm white", "I'm yellow", et similia... dalla padella alla brace. Poteva essere carina se la si indossava a caso, indipendentemente dal colore della pelle, ma anche lì, ci si esponeva troppo a interpretazioni contraddittorie e indesiderate.
Così si può pensare a una maglietta (ma anche a gadget di vario tipo) con da un lato la scritta "I'm black", dall'altro "I'm white" (ad esempio), magari nero su sfondo bianco e viceversa, poteva essere double face o una parte, ad esempio davanti, bianca, l'altra nera. Così si sottolineerebbero le proprie diverse appartenenze, ma non solo razziali (che in genere sono evidenti), ma di credo, ideali, cultura, sguardo, ecc.
Paradossalmente (io credo) la presenza di una dicotomia sullo stesso oggetto indossato/portato dovrebbe suggerire il superamento della stessa, mutando le contrapposizioni nell'unità e nell'accettazione del melting pot (che potrebbe essere il nome della marca/linea di oggetti).
Nota: A differenza del resto del sito questa parte è totalmente copyright (2007) dell'autore (potrebbe essere usata per una campagna dell'Amnesty International :P ).
idee in caduta libera... idee, passioni, letteratura e fumetti, cinema, informatica, viaggi, esperienze
domenica 30 dicembre 2007
I'm black / I'm white
Torino industriale
Idea per un poster dal titolo "Torino industriale", con raffigurata la città (i profili stilizzati dei tetti), e la Mole con il pinnacolo che si apre in due, da cui esce del fumo bianco, come una ciminiera.
Evoluzione successiva: animazione che parte da quest'immagine, con il cielo grigio, per evolversi in una con il cielo blu, un'arcobaleno, uccelli da primavera, e immagini di fantasia che escono dalla Mole (ora museo del cinema).
Evoluzione successiva: animazione che parte da quest'immagine, con il cielo grigio, per evolversi in una con il cielo blu, un'arcobaleno, uccelli da primavera, e immagini di fantasia che escono dalla Mole (ora museo del cinema).
Cosa so
Alcuni sanno.
Altri sanno di non sapere.
Io non so nemmeno se non so.
(ma i voti sono sempre bassi)
Altri sanno di non sapere.
Io non so nemmeno se non so.
(ma i voti sono sempre bassi)
A volte Dylan, a volte Dog
Due veloci accenni a due albi usciti con Dylan Dog, un bicchiere vuoto (Dog, che sta per "storia scritta da cani") e uno pieno (Dylan, una "signora" storia): il primo è il volume 43 di Dylan Dog Super Book, l'altro la ristampa del numero 221 della collana regolare del Nostro.
Il primo contiene, in un volume cartonato (unica nota positiva), le storie Il grande Marinelli, di Robin Wood e Luigi Piccatto, e Ho ucciso Jack lo squartatore, di Tiziano Sclavi, Montanari e Grassani.
Diciamolo, la prima storia non ha proprio senso: cioè, ha un'inizio, una fine e delle vicende con una certa coerenza, ma nessunissimo motivo d'esistere. Si parla di faciulle con superpoteri (perchè, chi sono, e in fondo che ce ne frega di loro?), salvata da una ex del nostro Dog finita paraplegica (e continuamo a chiederci, non per crudeltà ma perchè queste divagazioni nulla portano alla storia: che cosa ce ne continua a fregare?) dalle grinfie di uno zingaro crudele (ma badaben badaben, disprezzato dagli altri zingari, perchè crudele... ovvero si possono sfruttare i luoghi comuni purchè si sia buonisti), che cerca di vendicarsi con ovvia crudeltà, ed è qui che il Nostro interviene ma è qui che mi fermo, nauseato dallo spreco di carta che la storia ha generato... (ma se il Wood aveva bisogno di soldi, non glieli si potevano dare senza farci perdere tempo? Ho altri fumetti da leggere, io!!)
La seconda storia (pure Sclavi toppa), non precipitando nell'infimo come l'altra, è comunque una storia ingarbugliata senza che da questo se ne tragga godimento alcuno...
Insomma, il volume si può tralasciare senza danno, e mal ne incolga chi per puro spirito di collezionismo si decida di acquistarlo! (anche se averci speso soldi è già una punizione di per sè!)
Senza infamia e senza lode i disegni...
L'altro albo, la ristampa de Il tocco del diavolo, di Paola Barbato e Fabio Celoni, dimostra la bravura della sceneggiatrice, che mette in campo nientepocodimeno che il fallimento del bene e del male (o l'impossibilità di una concezione pienamente dicotomica e assolutista di questi due poli), nella persona dei due comprimari.
E mi sembra perfino di notare una certa ironia nel mostrare uno di questi dall'aspetto quasi sofferente e melanconico, da eroe romantico un po'... dannato, l'altro sfacciatamente pseudofricchettone, in realtà si tratta di due maschere che verranno alla fine rovesciate: il primo non esibisce il suo stato di sofferenza senza motivo, sarà dannato ma è consapevole, il secondo, pur più positivamente aggressivo e sicuro di sè, in realtà deriva questo suo atteggiamento dall'ignoranza!
E all'altezza si dimostra anche il disegnatore, con un disegno espressivo e noir, piacevolmente dinamico.
Dylan Dog Super Book n. 43 - Il grande Marinelli, di Robin Wood e Luigi Piccatto, Ho ucciso Jack lo squartatore, di Tiziano Sclavi, Montanari e Grassani, Sergio Bonelli Editore, 5,00 €.
Ristampa Dylan Dog n. 221 - Il tocco del diavolo di Paola Barbato e Fabio Celoni, Sergio Bonelli Editore, 2,70 €.
Il primo contiene, in un volume cartonato (unica nota positiva), le storie Il grande Marinelli, di Robin Wood e Luigi Piccatto, e Ho ucciso Jack lo squartatore, di Tiziano Sclavi, Montanari e Grassani.
Diciamolo, la prima storia non ha proprio senso: cioè, ha un'inizio, una fine e delle vicende con una certa coerenza, ma nessunissimo motivo d'esistere. Si parla di faciulle con superpoteri (perchè, chi sono, e in fondo che ce ne frega di loro?), salvata da una ex del nostro Dog finita paraplegica (e continuamo a chiederci, non per crudeltà ma perchè queste divagazioni nulla portano alla storia: che cosa ce ne continua a fregare?) dalle grinfie di uno zingaro crudele (ma badaben badaben, disprezzato dagli altri zingari, perchè crudele... ovvero si possono sfruttare i luoghi comuni purchè si sia buonisti), che cerca di vendicarsi con ovvia crudeltà, ed è qui che il Nostro interviene ma è qui che mi fermo, nauseato dallo spreco di carta che la storia ha generato... (ma se il Wood aveva bisogno di soldi, non glieli si potevano dare senza farci perdere tempo? Ho altri fumetti da leggere, io!!)
La seconda storia (pure Sclavi toppa), non precipitando nell'infimo come l'altra, è comunque una storia ingarbugliata senza che da questo se ne tragga godimento alcuno...
Insomma, il volume si può tralasciare senza danno, e mal ne incolga chi per puro spirito di collezionismo si decida di acquistarlo! (anche se averci speso soldi è già una punizione di per sè!)
Senza infamia e senza lode i disegni...
L'altro albo, la ristampa de Il tocco del diavolo, di Paola Barbato e Fabio Celoni, dimostra la bravura della sceneggiatrice, che mette in campo nientepocodimeno che il fallimento del bene e del male (o l'impossibilità di una concezione pienamente dicotomica e assolutista di questi due poli), nella persona dei due comprimari.
E mi sembra perfino di notare una certa ironia nel mostrare uno di questi dall'aspetto quasi sofferente e melanconico, da eroe romantico un po'... dannato, l'altro sfacciatamente pseudofricchettone, in realtà si tratta di due maschere che verranno alla fine rovesciate: il primo non esibisce il suo stato di sofferenza senza motivo, sarà dannato ma è consapevole, il secondo, pur più positivamente aggressivo e sicuro di sè, in realtà deriva questo suo atteggiamento dall'ignoranza!
E all'altezza si dimostra anche il disegnatore, con un disegno espressivo e noir, piacevolmente dinamico.
Dylan Dog Super Book n. 43 - Il grande Marinelli, di Robin Wood e Luigi Piccatto, Ho ucciso Jack lo squartatore, di Tiziano Sclavi, Montanari e Grassani, Sergio Bonelli Editore, 5,00 €.
Ristampa Dylan Dog n. 221 - Il tocco del diavolo di Paola Barbato e Fabio Celoni, Sergio Bonelli Editore, 2,70 €.
Il ragazzaccio diabolico
Non posso esimermi, esimi lettori, dal segnalare un piccolo gioiello che è l'ultimo volume di Hellboy, opera del - ormai si può dire - maestro Mike Mignola, "La strega troll e altre storie".
In questo volume sono raccolte diverse storie, sceneggiate da Mike Mignola e disegnate da tre grandi del fumetto, Mignola stesso, Richard Corben e P.Craig Russell.
Le storie sono: La Penanggalan, con un mostro tratto dal folklore malese, L'idra e il leone, curioso incontro con un'idra e un leone che hanno a che fare con un noto forzuto di origini semidivine, La strega troll, una storia perfetta nella sua sintesi, quasi struggente, Il vampiro di Praga (con i disegni ad opera di P.Craig Russell), un divertissment con un vampirello praghese, L'esperimento del Dottor Carp, un piccolo paradosso temporale, Il ghoul, creatura dalle reminescenze lovecraftiane, Makoma (disegnato in buona parte da Richard Corben), magica fiaba africana.
Le storie di Mignola sono a volte piccoli gioielli che ripescano nei meandri della storia umana, nelle leggende ormai dimenticate; a volte hanno trame solide e strutturate, altre sono semplici pretesti per mettere in scena curiosità, elementi bislacchi con cui l'uomo ha popolato i propri miti. Ed e' proprio in queste ultime che più si nota il divertimento dell'autore nel realizzarle.
La strega troll e altre storie, di Mike Mignola, Richard Corben e P.Craig Russell, ed. Magic Press, 12,50 €.
In questo volume sono raccolte diverse storie, sceneggiate da Mike Mignola e disegnate da tre grandi del fumetto, Mignola stesso, Richard Corben e P.Craig Russell.
Le storie sono: La Penanggalan, con un mostro tratto dal folklore malese, L'idra e il leone, curioso incontro con un'idra e un leone che hanno a che fare con un noto forzuto di origini semidivine, La strega troll, una storia perfetta nella sua sintesi, quasi struggente, Il vampiro di Praga (con i disegni ad opera di P.Craig Russell), un divertissment con un vampirello praghese, L'esperimento del Dottor Carp, un piccolo paradosso temporale, Il ghoul, creatura dalle reminescenze lovecraftiane, Makoma (disegnato in buona parte da Richard Corben), magica fiaba africana.
Le storie di Mignola sono a volte piccoli gioielli che ripescano nei meandri della storia umana, nelle leggende ormai dimenticate; a volte hanno trame solide e strutturate, altre sono semplici pretesti per mettere in scena curiosità, elementi bislacchi con cui l'uomo ha popolato i propri miti. Ed e' proprio in queste ultime che più si nota il divertimento dell'autore nel realizzarle.
La strega troll e altre storie, di Mike Mignola, Richard Corben e P.Craig Russell, ed. Magic Press, 12,50 €.
sabato 29 dicembre 2007
Meglio perdere la bussola!
Sono andato a vedere "La Bussola d'oro", film tratto dall'omonimo romanzo di Philip Pullman, che non ho letto: niente da dire, si vede che sotto ci sono altri contenuti, una posizione critica, non immediata e facilona nei confronti del fantastico.
Il film purtroppo, a dispetto delle possibilità (e forse diversamente dall'opera letteraria), dimostra di sorvolare con semplicismo sui temi pure non banali quivi accennati: il libero arbitrio, la libertà dell'uomo, l'attenzione rivolta alla società, l'autenticità del proprio essere.
Si passa sulla superficie, senza graffiare, in punta dei piedi, per non disturbare.
Eppure il divertimento non ne giova, l'avventura non decolla: si presentano via via sfide che non disperdono la noia, e che la protagonista affronta senza alcun interesse a coinvolgere lo spettatore, nessuna possibilità di diventare simpatica.
Il film inizia in un ambiente in buona parte opprimente e pericoloso, in cui la società esprime un controllo strisciante, per spostarsi nella seconda parte in territori cupi e minacciosi, in cui la protagonista si salva grazie alle alleanze e all'astuzia.
Ma al male si contrappone solo l'intelligenza cinica e affatto innocente della bambina da cui ci si aspetta, non si sa per quale motivo se non la discendenza, la salvezza del mondo.
Per concludere, anche le diverse trovate, che in un'opera fantasy vengono offerte allo spettatore per dare credibilità a un mondo fantastico, qui si affastellano una sull'altra senza piacere, più a stupire che a fornire coerenza immaginifica.
Ho trovato poi un po' imbambolata la Kidman (s'è rifatta le labbra?), legnosa Eva Green, supponente la giovane Dakota Richard.
La bussola d'oro, regia di C.Weitz, con Dakota Blue Richard, Nicole Kidman, Samuel P. Elliot, Daniel Craig, Eva Gaelle Green.
Il film purtroppo, a dispetto delle possibilità (e forse diversamente dall'opera letteraria), dimostra di sorvolare con semplicismo sui temi pure non banali quivi accennati: il libero arbitrio, la libertà dell'uomo, l'attenzione rivolta alla società, l'autenticità del proprio essere.
Si passa sulla superficie, senza graffiare, in punta dei piedi, per non disturbare.
Eppure il divertimento non ne giova, l'avventura non decolla: si presentano via via sfide che non disperdono la noia, e che la protagonista affronta senza alcun interesse a coinvolgere lo spettatore, nessuna possibilità di diventare simpatica.
Il film inizia in un ambiente in buona parte opprimente e pericoloso, in cui la società esprime un controllo strisciante, per spostarsi nella seconda parte in territori cupi e minacciosi, in cui la protagonista si salva grazie alle alleanze e all'astuzia.
Ma al male si contrappone solo l'intelligenza cinica e affatto innocente della bambina da cui ci si aspetta, non si sa per quale motivo se non la discendenza, la salvezza del mondo.
Per concludere, anche le diverse trovate, che in un'opera fantasy vengono offerte allo spettatore per dare credibilità a un mondo fantastico, qui si affastellano una sull'altra senza piacere, più a stupire che a fornire coerenza immaginifica.
Ho trovato poi un po' imbambolata la Kidman (s'è rifatta le labbra?), legnosa Eva Green, supponente la giovane Dakota Richard.
La bussola d'oro, regia di C.Weitz, con Dakota Blue Richard, Nicole Kidman, Samuel P. Elliot, Daniel Craig, Eva Gaelle Green.
scena pseudopreistorica
Sto guardando un film d'animazione al computer in cui un grosso dinosauro carnivoro aggredisce e uccide un dinosauro, probabilmente erbivoro...
In questi film non mostrano mai il sangue che doveva scorrere, copioso!
...sarebbe bello fare una scena in cui un uomo, testimone suo malgrado della scena, magari un "Piero Angela" viaggiatore nel tempo per mostrare agli spettatori le scene cruente dell'epoca, viene investito da un'ondata di sangue!
In questi film non mostrano mai il sangue che doveva scorrere, copioso!
...sarebbe bello fare una scena in cui un uomo, testimone suo malgrado della scena, magari un "Piero Angela" viaggiatore nel tempo per mostrare agli spettatori le scene cruente dell'epoca, viene investito da un'ondata di sangue!
martedì 18 dicembre 2007
Il Corriere della Sera, novello Novella 2000 della rete
Il noto giornale italiano, nella sua versione sul web (in data 17 dicembre 2007), sfodera servizi, foto e sondaggi sulla vicenda Marin-Manaudou: una profusione di informazione inferiore forse solo alla quantità di immagini a tema "calendari di pin-up seminude e molto carine".
Lungi da me una critica moralista e bacchettona, quantomeno sul lato calendari, dal punto di vista invece della qualità giornalistica non si può che constatare lo scadimento evidente del Corriere (non siamo nemmeno in periodo estivo!). I calendari sono calendari, un di più, un gadget che attira visitatori distratti e che magari leggeranno anche le notizie: le foto come foto, piccanti certo, e le notizie in quanto notizie, interessanti e attendibili.
Le foto, le informazioni inutili, il sondaggio ("Vota: chi preferisci?" Chi preferisci? Chi preferisci??? Ma a che livello di demenza siamo arrivati!!) rappresentano la capitolazione a un giornalismo da guardoni, in cui le notizie più importanti sono di plastica come i seni di molte donne di spettacolo. Come facciamo a saper che il giornalista che ci commenta una crisi internazionale non si sia distratto a seguire il caso Sarkozy-Carla Bruni? E di cosa ci parlerà, delle misure di lei, della potenza sessuale di lui?
E poi ci si stupisce che chi naviga su internet cerchi fonti d'informazione alternative. Di sicuro non ci si può stupire che le fonti alternative le si trovi, e di qualità superiore!
Adieu, Corriere, va a portare le tue notizie da un'altra parte!
Nota: Anche se traspare evidente la mia avversione per giornali come Novella 2000, (se non è chiaro) trovo che il problema non sia che ci sia un nuovo giornale on-line che ne segua le orme quanto che un giornale come il Corriere cambi tranquillamente impostazione. Ma se a loro va bene così, buona camicia a tutti...
Lungi da me una critica moralista e bacchettona, quantomeno sul lato calendari, dal punto di vista invece della qualità giornalistica non si può che constatare lo scadimento evidente del Corriere (non siamo nemmeno in periodo estivo!). I calendari sono calendari, un di più, un gadget che attira visitatori distratti e che magari leggeranno anche le notizie: le foto come foto, piccanti certo, e le notizie in quanto notizie, interessanti e attendibili.
Le foto, le informazioni inutili, il sondaggio ("Vota: chi preferisci?" Chi preferisci? Chi preferisci??? Ma a che livello di demenza siamo arrivati!!) rappresentano la capitolazione a un giornalismo da guardoni, in cui le notizie più importanti sono di plastica come i seni di molte donne di spettacolo. Come facciamo a saper che il giornalista che ci commenta una crisi internazionale non si sia distratto a seguire il caso Sarkozy-Carla Bruni? E di cosa ci parlerà, delle misure di lei, della potenza sessuale di lui?
E poi ci si stupisce che chi naviga su internet cerchi fonti d'informazione alternative. Di sicuro non ci si può stupire che le fonti alternative le si trovi, e di qualità superiore!
Adieu, Corriere, va a portare le tue notizie da un'altra parte!
Nota: Anche se traspare evidente la mia avversione per giornali come Novella 2000, (se non è chiaro) trovo che il problema non sia che ci sia un nuovo giornale on-line che ne segua le orme quanto che un giornale come il Corriere cambi tranquillamente impostazione. Ma se a loro va bene così, buona camicia a tutti...
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