Siamo carenti di partecipazione: nella vita politica, nel mondo lavoro, nelle decisioni pubbliche. Più che tendenza alla rinuncia, invalicabile appare l'esclusione.
Anche quando partecipiamo, cosa ci rende diversi da numeri?
Il diritto alla partecipazione è solo parola, spesso vuota, la lotta, una necessità?
Eppure la lotta, che ci può migliorare e rendere meritevoli delle conquiste, ci rende spesso più individualisti (o legati a un gruppo, se la lotta è di gruppo).
E ci può far credere che la nostra vittoria ci identifichi col giusto.
Il diritto acquisito invece ci può infiacchire, se ricevuto passivamente, e far dare tutto per scontato.
We lack participation: in our political life, in working life, in public
decisions. Rather than a disposition to surrender, it is the exclusion
that appears insurmountable.
Even when we participate, what makes us be something different from numbers?
The right to participate is only a word, often empty; the fight, a necessity?
Yet
the fight, which can improve and make us worthy of the conquest, often
makes us more individualistic (or "tribal", if we fight in a group).
Also, it can make us believe that our victory is righteous one.
An acquired right may weaken us, when received passively, and make us take everything for granted.
Nessun commento:
Posta un commento