martedì 25 ottobre 2011

Il tempo è una coperta tirata?

Nota dell'autore: questo pezzo appartiene a quella serie di pensieri che ti vengono nei momenti iniziali della mattina, quando ti svegli e prepari la colazione, e un flusso di pensieri ancora confusi si affastellano nella mente, che tenta disperatamente di ordinarli, cercando inutilmente di dare un senso e un filo logico. Ho voluto riportarli qui, nel mio vano tentativo di dare loro un senso, così, perchè mi andava, e se gli psicologi si annotano i sogni io mi annoto i pensieri sconclusionati!

La teoria della relatività (che io ovviamente non solo non capisco, ma non riesco nemmeno ad affrontare) ci spiega che il tempo non è una "cosa" o dimensione immutabile, costante, e che si presenta uniforme. Forse il tempo stesso non esiste in sè, solo come oggetti, materia/energia che si espandono nella dimensione tempo o si rappresentano grazie a un'epressione temporale.
Il tempo è deformabile (contratto quando stiamo bene, espandibile all'infinito nei momenti di noia). Ma il tempo è in moto? Ovvero, muta nel tempo? O meglio, tutta la materia-energia con una dimensione temporale viene influenzata nella sua dimensione temporale da tutti gli altri?
Se il tempo si potesse rappresentare com un brodo con pezzi di carne e crostini, che se sposti un crostino metti in moto tutti gli altri, o come una coperta, se tirata da una parte si scopre un'altra, sarebbe corretto? E in tal caso, cosa succederebbe?
Potrebbe esistere un evento, una forza di attrazione temporale che porterebbe a distorcere tutto il campo temporale?
Il pensiero scientifico moderno opera attraverso l'isolamento di elementi separabili e identificabili, per poterli studiare al meglio in un ambiente neutro a partire da una condizione di partenza immutabile prima dell'intervento dello scienziato. Gli ultime esplorazioni intellettuali/scientifiche, non negando questo approccio, vanno verso lo studio di ambienti complessi, composti di elementi interconnessi e in relazione continua tra loro.
(Chissà che questa modalità di pensiero (non ancora elettrico, direbbe McLuhan) non ci influenzi ancora, mentre uno nuovo sta prendendo piede, e chissà se questi potranno convivere e integrarsi.)

mercoledì 24 agosto 2011

La mia libreria!

Pubblico qui la mia libreria, quel che sto leggendo e quel che ho letto... (su Anobii)

martedì 23 agosto 2011

Vecchiaia

Vecchiaia non è quando ti spuntano i capelli bianchi o ti cigolano le ossa.
Vecchiaia è quando negli altri vedi passato.

lunedì 8 agosto 2011

Filosofi

I filosofi son quelli che per primi voglio capire la realtà, per poi brevettarla.

martedì 19 aprile 2011

Il premier è uno sciamano

Stamattina mi sono illuminato. Ho finalmente capito che la strategia comunicativa del premier è quella dello sciamano, che parla ai livelli più oscuri della nostra psiche con gesti, riti e parole magiche.
Lo sciamano identifica e indica il male che si insinua nella comunità, fa sacrifici e esplicita voti per far esaudire i nostri desideri e realizzare le nostre speranze, lancia la propria energia contro gli spiriti che possiedono le persone per l'esorcismo.

Non enuncia, non analizza, ma compie veri e propri riti magici in cui il gesto e la parola hanno forti valenze evocative e scuotono i livelli più profondi dell'uomo: il contratto con gli italiani per il posto di lavoro è un voto/preghiera collettiva; gli strali e gli insulti contro "toghe rosse" o "comunisti" sono l'individuazione del male e la cacciata degli spiriti maligni dell'esorcismo; nella politica estera si presenta come il benevolo intercessore verso le forze esterne; perfino il bunga bunga si propone come canale per la realizzazione delle energie sessuali non manifeste e non sfogate degli italiani.

Il premier è uno sciamano e trova in molti menti ricettive da suggestionare, perchè suggestione è la sua forza (alimentata da possibilità economiche e di potere non indifferenti).

giovedì 7 aprile 2011

La lieve fine di tutto

Oggi mi è venuta un'idea, tra il tragico e il faceto.
Una di quelle cose per cui l'immaginazione parte in quarta per la sua strada, e tu la lasci andare per vedere dove cavolo andrà.
Immaginiamo (ma non è così ovviamente, o almeno spero) che mi venga una di quelle malattie incurabili che ti fanno perdere lentamente ragione, lucidità, coscienza, insomma che ti rimbecilliscono completamente.
E immaginiamo (e non so se sarà così, ora preferisco non pensarci) che di fronte a una situazione simile, piuttosto che ridurmi a un vegetale ed essere solo un peso alle persone che mi circondano, decida di farla finita. Ma un po' per mancanza di coraggio, un po' perchè non voglio farla finita quando sto ancora bene, che decida di terminare la mia esistenza solo quando il mio stato sarà irrecuperabile.
Come potrei fare?
L'ideale sarebbe creare una trappola mortale, magari in casa, che fintanto che sono lucido posso evitare, ma quando ormai privato dell'intelligenza non riuscirei a schivare.
Che so, un libro colorato che attiri la mia attenzione, e che quando provo a prendere in mano faccia precipitare una pila di libri addosso uccidendomi sul colpo, una torta alla panna sul ciglio del balcone, che mi faccia precipitare dal settimo piano, un gelato con un cavo dell'alta tensione attaccato.
Non so perchè, l'idea di studiare un sistema per eliminare quella versione di me divenuto imbecille la trovo divertente. Tragica e divertente. Mi vedo con un sorriso da bambino che prende il "giocattolo" tanto desiderato, fulminato nel momento della sua massima bambinesca soddisfazione.
Che si può desiderare di più?

mercoledì 16 marzo 2011

La Natura e l'Uomo

Quel che mi stupisce di queste ore, drammatiche per il disastro sismico e nucleare in Giappone, così come per altre meno recenti, vedi il disastro petrolifero nel Golfo del Messico, non è la scoperta di essere vulnerabile, debole di fronte alla possenza infinita e inesauribile della natura, ma qualcos'altro: il fatto che l'uomo moderno sia convinto di potere e quindi giocoforza anche dovere agire sulla natura, governarla come se questa fosse nient'altro che un'appendice di sè.
Invece così non è, e sarebbe importante rendersene prima possibile conto. L'uomo può solo supporre di avere il pieno potere sul proprio mondo immaginario e immaginato, niente di più, e nella realtà nemmeno su questo, a meno di avere un'infinita consapevolezza.

martedì 15 marzo 2011

Miliardari del mondo

La rivista Forbes pubblica la lista dei 100 uomini più ricchi del pianeta (assieme a quella dei più potenti). Sarebbe carino pubblicassero anche quella dei 100 uomini più poveri del pianeta (probabilmente alcuni in fin di vita), così, per contrappasso, hai visto mai che producesse qualche oziosa riflessione?
Io potrei iniziare da quelli più poveri che conosco: Ciro il carpentiere, Alì il lavavetri, Giovanni il clochard....
Oppure potrebbero pubblicare, oltre alla lista delle 100 persone che guadagnano 100 milioni all'anno, quella di 100 milioni di persone con un guadagno di solo 100 dollari all'anno, o una combinazione simile.

Le mie serie tv

Sono riuscito a vedere due nuove serie tv che mi sono piaciute assai: Defying Gravity, semifantascientifica che vede coinvolti un gruppo di astronauti esploratori del nostro sistema solare, racconto corale di uomini e donne, le loro relazioni e un'inquietante tinta di mistero, e Boardwalk Empire, serie ambientata ai tempi del Proibizionismo, con un sempre accattivante Steve Buscemi e prodotta da Martin Scorsese, storia di criminalità trattata con mano ferma e che intriga mano a mano.
Direi che si aggiungono alle tante che mi sono piaciute, da Dr. House a Grey's Anatomy, fino a Scrubs (ogni tanto si riesce ad uscire dall'ambito medico).

martedì 1 marzo 2011

La nascita dell'umorismo

Quando l'uomo prese consapevolezza della morte
nacque l'umorismo.

O anche: L'umorismo nacque quando l'uomo divenne consapevole della morte.

domenica 27 febbraio 2011

Insuccessi

Siamo molto vulnerabili di fronte ai veri insuccessi, tanto che siamo diventati bravissimi a non accorgercene.

Ognuno usa il suo corpo come vuole

"Ognuno usa il suo corpo come vuole", disse un dì Sgarbi a proposito delle fanciulle che fanno festini allegri con qualcuno.
Ohibò, chè sono diventato moralista? Non l'avrei mai creduto!
Eppur mi vien da rispondere: "Sì, ma non è che la propria anima (mente, spirito o che dir si voglia) se ne va nel frattempo a fare un giro!"

lunedì 21 febbraio 2011

Qualcuno dice che è un grande

É da tempo che si sente dire che il premier è grande, è un abilissimo comunicatore, e furbo qua, è geniale là, ma non è che lo si dice per nascondere la sostanziale inconsistenza di chi sta alla sua opposizione?

venerdì 18 febbraio 2011

Silvio frustra gli italiani

Il Silvio nazionale dovrebbe fare una cosa, ma solo per il bene degli italiani: confessare. Confessare tutte le sue colpe, vere o perfino presunte che siano.
In fondo gli italiani, cattolici da sempre, non desiderano altro che di perdonare. E questa strenua resistenza del Silvio non fa che frustrare questa naturale tendenza degli italiani. Potrebbero persino prendersela.