sabato 1 settembre 2007

Letture estive

Ultime letture: un libro d'evasione, Il gioco del trono di George R.R.Martin (il primo di un ciclo, qui una breve intervista all'autore), edito dalla Arnoldo Mondadori Editore (nella collana Urania Fantasy, si trova in edicola a 7,50 euro), e Arrivederci amore, ciao, di Massimo Carlotto, edito da edizioni e/o, 9,50 euro.


Il primo libro è un fantasy dalla solida struttura narrativa, delinea ottimamente un mondo e soprattutto una giostra di personaggi, con un'ambientazione fantasy in cui elementi magici/fantastici sono utilizzati con discrezione e si pone gran cura sull'intreccio che segue le oscure trame di palazzo e il racconto dei rapporti psicologici tra i diversi attori delle vicende.
La storia, che si dipana per più di 800 pagine (e non finisce qui!), avvince e prende. Se si può fare un appunto è nell'eccessiva frammentazione che si crea, accendendo i riflettori di volta in volta su personaggi sempre diversi. I "cattivi", anche se a volte sembrano cattivi da serial televisivo, si dimostrano convicenti, e chissà che non siano più realisti di tanti altri.

Qui la notizia che dal libro si produrrà una serie televisiva.


Il secondo è un romanzo che narra in prima persona le vicende criminali di quello che si potrebbe definire un grandissimo bastardo, ma forse più semplicemente uno che ha perso ogni limite morale e si comporta secondo schemi criminali di raggiungimento del successo.
In realtà riesce ad essere al contempo un gran vincente e un gran perdente, soprattutto se si esamina il suo rapporto con le donne: dominatore, eppure destinato a una insoddisfazione ineluttabile, nella sua necessità di imporre un rapporto di forza e di degrado, impossibilitato ad avere un rapporto che non sia di superiorità e predazione.
Comunque un grande esempio di flessibilità e determinazione!
Il racconto ha un ottima tensione adrenalinica, trasmessa direttamente dalla coscienza del protagonista: anche qui se si devono ravvedere dei difetti secondo me nella non chiarissima generazione del carattere del protagonista, proveniente dalla lotta armata e destinato ad approdare alla "semplice" criminalità, ovvero come si passa dall'essere degli idealisti più o meno sprovveduti, com'era qui l'antieroe del romanzo, a delle carogne senza remore, e nel finale, antimorale di una antifavola del nordest italiano, forse troppo (anti)idilliaca (bisogna dire che il protagonista resta sempre umano, anche fragile, non è il bastardo da cartoon di molto pulp di oggi).

Dal romanzo è stato tratto un film per la regia di Michele Soavi e con Alessio Boni, Isabella Ferrari e Michele Placido (che non ho visto).





Il titolo viene da una famossissima canzone di Paolo Conte e Vito Pallavicini (scomparso da poco) e cantata da Caterina Caselli, è stata di recente anche ripresa da Franco Battiato.



Mi viene in mente anche una scena di Bianca, di Nanni Moretti.

Nessun commento: