Uscito di recente per la neo-nata casa editrice 001 Edizioni, per la cifra non proprio modica di 9,90 €, questo volumetto di Miguelanxo Prado ci fa scoprire la sua grande capacità narrativa, oltre a quella (già dimostrata) di ottimo artista.
Le dimensioni dell'albo non traggano in inganno, l'opera (del '96) è praticamente concentrata, segnata dalla grande capacità di sintesi psicologica dell'autore.
In un futuro distopico, ma in cui si possono riconoscere le debolezze umane proprie di una realtà molto attuale, vivono molti diseredati e pochi privilegiati il cui destino si intreccia in modo quasi discreto.
Tante microstorie, che all'inizio sembrano compiute nel narrare le vicende dei singoli protagonisti, proseguono riunendo i diversi destini, tracciando infine l'affresco di un mondo in cui le diverse esistenze e gli sforzi umani si sfaldano di fronte all'impossibilità si realizzare i propri desideri.
Proprio chi acquista una nuova coscienza di sè, sembra dire Prado, chi ripudia un'esistenza basata sul potere esercitato sugli altri, chi più si avvicina a quello che chiamiamo umanità, è destinato a veder spegnersi e fallire le proprie possibilità di realizzarsi.
Se si deve trovare un difetto, forse è proprio nell'eccessiva umanità mostrata dai vari protagonisti, persino irreale e irrealistica.
Chissà che questa mia opinione non sia il sintomo di moralismo bacchettone: io voglio che il cattivo sia punito, e, nel caso di impotenza dell'eroe di fronte al male (come in molte storie di lingua spagnola), almeno che questo male venga sbeffeggiato o condannato.
Molte opere di lingua spagnola, in particolare quelle argentine, sono cariche di una satira graffiante e grottesca, di cui Stratos conserva ancora traccia: questa è però stemperata dallo sguardo vicino all'Uomo, un uomo pieno di umani difetti, persino carogna e assassino, o perso in una coscienza appannata che confina con l'indifferenza, ma a cui l'autore si avvicina senza desiderio di colpire e ferire, piuttosto con pietoso affetto.
Altro (incomprensibile) difetto, il fatto che in 4a di copertina venga citato Philip K. Dick, che di fatto non c'entra niente.
2 commenti:
Invece per me Dick c'entra molto. Ottimo fumetto.
Sì, davvero ottimo, ma di Dick non ci ho visto molto: il fatto che rappresenti un futuro distopico non mi sembra sufficiente.. Dick l'ho letto parecchio (il che non vuol dire che l'abbia capito :)) Dick ci parla spesso di realtà altre, visioni e coscienze alterate a tal punto da scardinare la realtà e il senso della storia.. forse quel che più l'avvicina a Dick è il modo molto umano di avvicinarsi ai protagonisti, riconoscendone l'umanità anche quando si macchiano di comportamenti "scandalosi".
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